Far West via Padova: quaranta coltellate per uccidere l’amico

Nuovo fatto di sangue in via Padova. L’altra notte, in un appartamento di uno stabile di tre piani di via Angelo Emo, in zona via Padova, c’è scappato un altro morto. Jovino Soto Sublueta, un peruviano di 51 anni clandestino, è stato ucciso a coltellate al termine di una cena tra amici, tutti connazionali, proprio da un altro peruviano, anche lui 50enne. Quando i poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale (che si stanno occupando delle indagini) intorno all’1.40 sono arrivati sul posto - un appartamento al secondo piano di uno stabile dignitoso - si sono trovati davanti una scena da film: l’assassino, in stato confusionale, intento a sferrare altre coltellate al connazionale che aveva già ammazzato da un pezzo con una quarantina di fendenti.
Al momento gli investigatori sostengono che non ci sia un movente, che probabilmente l’omicidio è maturato dalla «solita» lite aggravata dall’assunzione di alcolici. «L’assassino non ha ancora reso alcuna dichiarazione, non aveva documenti, non sappiamo nulla di lui se non che, secondo quel che lui stesso ci ha riferito, sarebbe praticamente coetaneo del morto».
Quel che invece si sa è che l’assassino era stato invitato a cena domenica alle 22 nell’abitazione di via Emo, dove la vittima viveva con una coppia di connazionali: la nipotina, figlia della sorella al momento fuori dall’Italia e un’altra donna. La lite tra il 51enne e il suo omicida è nata a fine serata, quando le donne e la nipote erano già a letto e i due uomini erano in preda ai fumi dell’alcol. Sono state proprio le donne - scappate dall’abitazione nel timore di essere coinvolte dalla furia omicida dell’aggressore - a chiamare il 113.
Intanto la squadra mobile ha fermato a Crema (Cremona) Mohamed El Sherbini, un muratore egiziano regolare e incensurato di 25 anni ritenuto il responsabile del tentato omicidio di un connazionale clandestino 26enne in via Luigi Bianchi d’Espinosa (zona Niguarda). Mercoledì scorso, dopo avergli telefonato con un cellulare, El Sherbini ha atteso la vittima sotto casa e gli ha sferrato 5 coltellate alla nuca, una al collo, tre al torace, una alla spalla destra e un’altra alla coscia sinistra, quindi è fuggito. Quando la polizia lo ha bloccato, per strada, aveva in tasca lo stesso telefonino usato per dare appuntamento al connazionale e tendergli l’imboscata la sera del tentato omicidio. Non sono ancora chiari i motivi per cui tra i due era scoppiata la lite poi sfociata nell’accoltellamento.
Gli investigatori stanno tentando di capire se l’arrestato quella sera fosse in compagnia di qualcuno, che tuttavia non ha preso parte all’aggressione. La vittima, infatti, si trovava in casa a cena tra amici, quando l’aggressore ha chiamato uno dei presenti e si è fatto passare il 26enne.

Sceso in strada l’egiziano ha iniziato a litigare con il muratore connazionale. E, a quel punto, gli amici che poco prima si trovavano a cena con lui e che si erano insospettiti per la lunga assenza, sono scesi in strada, trovando solo l’egiziano a terra ferito.

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