Dai vip alle élite: ecco chi ha perso le elezioni americane

Dagli alfieri del politicamente corretto ai fighetti radical chic della Silicon Valley: Donald Trump ha sbaragliato un esercito che, da Washington a Roma, faceva il tifo contro di lui

Dai vip alle élite: ecco chi ha perso le elezioni americane
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Chi ha vinto nella corsa per la Casa Bianca ormai lo sappiamo. Ma su chi ha perso, beh, forse è opportuno fare qualche precisazione. Non foss'altro per l'accanimento politico e antropologico che hanno messo nel combattere Trump e i trumpiani e per quel sovrappiù di spocchia e di cipiglio con il quale hanno squadrato con ostentato disgusto chiunque non facesse parte di quel bel mondo che, a conti fatti, è risultato un circolino. E, sia chiaro, chi ha vinto è solo negli Stati Uniti, ma chi ha perso è in tutto il mondo.

Hanno perso quasi tutti gli analisti internazionali che, per l'ennesima volta, non hanno rintracciato minimamente quello che si muoveva in massa nel corpo elettorale americano, troppo intenti ad analizzare i sospiri di Taylor Swift. Hanno perso tutti i vip, cantanti, attori, premi oscar, comparse e scrittori che nonostante si siano prodigati in accorati e preoccupati endorsement a favore di milioni di follower non hanno convinto nessuno, dimostrandosi ancora una volta totali ininfluencer.

Hanno perso gli alfieri del politicamente corretto e le sentinelle della cancel culture.

Hanno perso i fighetti radical chic della Silicon Valley e la loro algoritmocrazia tanto incline alla censura.

Hanno perso le sinistre che suonano in continuazione la sirena di un'allarme fascista che non esiste se non nelle loro sgangherate propagande elettorali e che snobbano puntualmente i problemi reali, cioè quelli economici, sociali e magari anche di sicurezza e perché no di immigrazione.

Hanno perso i conservatori di ciò che non si deve conservare, cioè i custodi delle élite, dei salotti e delle congreghe.

Ha perso buona parte della stampa americana che aveva in disprezzo gli elettori e quindi, in fondo, pure i suoi lettori.

Hanno perso i talebani dell'ecologia, con il paradosso che uno degli uomini più vicini a Trump è il più grande produttore al mondo di macchine elettriche e quindi più ecologista di loro.

Hanno perso tutti quelli che

pensano - da una parte all'altra dell'Oceano - che la democrazia sia bella e buona e giusta solo quando vincono loro. E che quindi da oggi strilleranno e batteranno i piedi. Perché sanno di avere perso. E non gli va giù.

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