Gentile Direttore Feltri ho sempre pensato che la donna in fatto di eroismo, supera qualsiasi uomo: la Ragazza di Teheran' ne è la prova, come la prova contraria è data dalla negatività delle femministe. Per ristabilire la situazione, non potremmo mandare un nutrito plotone di nostre femministe, armate (magari agli ordini della Boldrini...) a Teheran a cercare di liberare quell'eroica ragazza che si espone, ben conscia di mettere in gioco la vita? Se magari ottenessimo che gli ayiatollah (ohllallah...) accettassero di tenersi le nostre femministe, cedendo in cambio quell'eroica ragazza, che per loro è priva di valore, anzi è materia di scandalo, il guadagno sarebbe evidente... Dai, fate un apprezzabile invito pubblico alle nostre eroine (qui il termine ci vuole) che si decidano a fare qualcosa di utile, una volta tanto...
Giancarlo Rubisse
Caro Giancarlo,
raccolgo la tua simpatica provocazione volta ad evidenziare l'inconsistenza e l'ipocrisia del femminismo contemporaneo, quello occidentale, ovviamente. Un movimento che si avvita su battaglie che definire limitate o ridicole sarebbe alquanto riduttivo. Penso, ad esempio, alla guerra contro le parole, all'obbligo di declinare tutto al femminile allo scopo di difendere la libertà di essere definita medica, avvocata, ministra, presidenta, come se, qualora non lo facessimo, ledessimo il diritto al riconoscimento e al rispetto della persona. Penso anche all'impuntatura sull'abolizione dell'Iva sugli assorbenti. Io pago l'Iva sulla schiuma da barba e non mi sento discriminato fiscalmente per questo. Penso altresì a questa ossessione continua per cui qualsiasi comportamento maschile viene incriminato e indicato quale molestia sessuale, persino un complimento oggi è ritenuto alla stregua di una violenza o di un tentato abuso. Il maschio subisce un processo costante di mostrificazione. E poi apprendiamo di una studentessa di Teheran, Iran, la quale è stata redarguita dalla polizia morale dell'università poiché indossava indumenti inappropriati o forse non portava correttamente il velo. Fatto sta che ella è stata acciuffata, trascinata, spogliata di quello che indossava, ossia una felpa, rimanendo, suo malgrado, in reggiseno. Ed è qui che la ragazza non ci ha visto più e si è sfilata i pantaloni, lanciandoli contro la polizia e restando in mutande e reggiseno, in segno di protesta, in segno di ribellione in difesa della sua libertà che è la libertà di ogni donna, libertà di scegliere, libertà di scegliere pure cosa indossare e come. Una libertà che può apparire secondaria, ma che è prioritaria. Essenziale. Inviolabile. È libertà sul proprio corpo ed è libertà anche sui propri pensieri, libertà di espressione, libertà di esistere, di essere, di vivere. Di queste libertà negate le femministe nostrane non parlano mai e alle sorti delle altre donne che sopravvivono nei Paesi islamici, ridotte in schiave e in oggetti, sono del tutto indifferenti. Queste signore criticano il maschio occidentale e salvaguardano quello islamico, il quale in realtà è il primo e forse unico vero nemico del genere femminile, portatore di una visione della donna quale cosa posta al servizio dell'uomo e a suo esclusivo beneficio. Così l'uomo, che sia padre o marito o fratello, ha un potere di vita e di morte sulla donna. E tale mentalità è diffusa in Italia in quanto importata da coloro che provengono da Paesi islamici.
Quella ragazza, che tu chiami eroina poiché ha avuto il coraggio della ribellione, è l'ennesima vittima di un regime oscurantista e chissà quali violenze atroci ella avrà subito e chissà dove si trova ora e soprattutto se è ancora viva. Dicono che sia stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico e che sia pazza, disturbata, instabile. È ciò che si dice da sempre delle donne coraggiose, che lottano per i loro ideali e valori, si dice che siano folli o streghe. Si diceva che fosse pazza anche della mia amica, Oriana Fallaci, di cui ogni giorno di più mi rendo conto che era proprio lei la più lucida di tutti quanti noi. Io sono certo che quella giovane sia stata ammazzata, prima stuprata, percossa selvaggiamente, torturata e che così si sia spenta.
Questo è il destino che hanno conosciuto centinaia e centinaia di altre ragazze prima di lei in questi ultimi due anni in Iran, a cominciare da Mahsa Amini, fanciulla curdo-iraniana il cui arresto a Teheran, perché una ciocca di capelli pendeva dal velo, e la cui morte durante la custodia della polizia ha scatenato le proteste che hanno infiammato tutto l'Iran, represse mediante uno spietato spargimento di sangue, che non ci ha scossi più di tanto.La femminista battagliera Laura Boldrini si inginocchia nell'aula della Camera per i neri americani, ma non si inginocchia per le donne islamiche. Per loro solo silenzio. E questo è quanto.
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