Farefuturo e Granata, altro veleno sul premier Ma Fli prende le distanze, Moffa: "Mi dissocio"

Salta il bluff sul dialogo con il Pdl. Il giornale di Rossi attacca Berlusconi. Ma il coordinatore del movimento si dissocia e Fli smorza i toni. Granata lancia il nuovo partito: "Una nuova forza attorno a Fini". E al premier dice: "Recuperi me, cacciando Dell'Utri, Cosentino e Verdini"

Farefuturo e Granata, altro veleno sul premier 
Ma Fli prende le distanze, Moffa: "Mi dissocio"

Roma - Carte in tavola. Finito il bluff del dialogo, del "volemose bene" e della fedeltà giurata alla maggioranza e al governo Berlusconi. Farefuturoweb spara ad alzo zero sul premier: "Da lui solo editti e slogan". Fabio Granata, finiano della primissa ora e nella "triade" dei falchi con i colleghi Bocchino e Briguglio, getta la maschera. "A settembre costruiremo attorno a Gianfranco Fini il profilo di una forza politica modernissima, ma intrisa di memoria storica. Culturalmente consapevole, ma popolare. Una forza in grado di progetti lungimiranti all’altezza del modello italiano".

L'attacco di Farefuturo I finiani respingono la "corte" di Silvio Berlusconi, accusandolo di fare politica attraverso "editti e killeraggio". E al tentativo di "campagna acquisti" tra i deputati moderati di Futuro e Libertà risponde Adolfo Urso: "Altro che ritorno all’ovile, alla fine di questa giostra, ci ritroveremo in almeno quaranta" afferma il viceministro allo Sviluppo economico. La vigilia del vertice Pdl è scossa dal duro editoriale del periodico online di Farefuturo, fondazione vicina al presidente della Camera. "Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l’avversario e distruggerlo" è uno dei passaggi choc dell’articolo, che accusa il premier di "propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario". Una "vergogna" non averlo capito prima, scrive Farefuturo, che ammette "i sensi di colpa per non avere saputo e voluto alzare la testa". Il viceministro Urso prova a smorzare i toni auspicando un "nuovo patto di legislatura" e promettendo che i parlamentari di Futuro e Libertà "non forniranno alcun motivo per una crisi". Ma ad infiammare il dialogo ci pensa Granata.

Moffa si dissocia "Mi dissocio totalmente da quanto scritto oggi da Ffwebmagazine di FareFuturo. Trovo assolutamente sbagliato ridurre il confronto, pur aspro e difficile, ad una sorta di pentimento tardivo rispetto alla scelta fatta a suo tempo nel mettere in piedi il Pdl". Lo dichiara il coordinatore di Futuro e libertà per l’Italia Silvano Moffa. "Ancora una volta - aggiunge - mi appello al senso di responsabilità che bisognerebbe avere in una fase difficile e complessa. E mi auguro - conclude - che si faccia ricorso al senso del bene comune e a quell’equilibrio necessario per rilanciare un reale progetto riformista nel nostro Paese".

I finiani smorzano i toni "È fuorviante e strumentale alimentare la polemica a partire da editoriali sicuramente fuori misura e che non impegnano i gruppi parlamentari e che in ogni caso non rappresentano né dettano la linea politica che intendiamo seguire". Lo si legge in un comunicato congiunto dei presidenti dei gruppi di Fli alla Camera e al Senato, Italo Bocchino e Pasquale Viespoli, in riferimento all’editoriale di Filippo Rossi. "Dovrebbe essere ovvio - proseguono i capigruppo -, ma è opportuno precisarlo, soprattutto quando ci si trova di fronte a professionisti del 'pretesto', che anzichè affrontare l’impegno duro del confronto sulle tesi e sui problemi, preferiscono utilizzare libere e personali riflessioni intellettuali per motivare e giustificare l’unilaterale volontà di rottura".

Il terzismo Questo il progetto illustrato da Granata sul prossimo numero de Gli Altri. "Le categore politiche del ’900 basate sulla contrapposizione radicale di 'destra e sinistra' - srive Granata - hanno esaurito la loro funzione. Siamo in una fase di trasformazioni e passaggi. Si tratta di porre le basi di un progetto ambizioso che sappia affrontare la sfida della modernità senza rifugiarsi nel passato delle radici, guardando al futuro che certo è vitale solo se è consapevole della propria storia".

Difesa delle procure Nell’editoriale, Granata affronta però anche i nodi del conflitto politico interno alla maggioranza di centrodestra, e sostiene di nuovo la necessità di "una politica che sappia fare un passo avanti nel contrastare tutte le mafie e cricche, sostenendo i magistrati, le procure le forze dell’ordine con parole adeguate, atti legislativi, strumenti e risorse e non si accontenti dell’autoreferenziale elencazione, dal forte sapore di propaganda, di arresti e confische". Al contrario, accusa il vicepresidente della commissione antimafia le procure sono oggi "continuamente oltraggiate, vilipese, guardate con sospetto e mai sostenute".

Lettera a Berlusconi "Caro presidente Berlusconi, ho letto della sua volontà di recupero, sotto la sua ala magnanima e protettrice, dei finiani moderati....a parte che lei (ed è la sua parte, mi creda, che maggiormente apprezzo) non è mai stato moderato in niente e riconoscendo in questo qualcosa che ci accomuna profondamente, so per certo che i moderati non le stanno simpatici neanche un po'. E allora, mi ascolti, recuperi i falchi. Mi recuperi!". Inizia così una lettera scritta da Granata, vice presidente della commissione nazionale antimafia, al premier Silvio Berlusconi.

Via Dell'Utri, Cosentino, Verdini "In fondo basta poco: inizi convincendosi che Dell’Utri (con annessi eroi) Cosentino e famiglia, Verdini e commensali - aggiunge Granata nella lettera pubblicata sul suo blog - non le sono esattamente di grande utilità lungo il difficile percorso di costruzione di una grande forza europea e modernizzatrice. Mi ascolti. Li faccia dimettere e li reimpieghi in altre delle sue molteplici attività: hanno capacità e relazioni, seppur pericolosissime, utili a qualsivoglia impresa, tranne alla più nobile: quella politica. Applichi alla politica del suo governo il suo indiscutibile amore per la bellezza italiana, espellendo senza bisogno di probiviri, chiunque proponga condoni e sanatorie - prosegue il deputato di Fli - avviando la più grande azione di ripristino della bellezza e del paesaggio di tutti i tempi, bloccando cemento, pale eoliche e speculazioni edilizie,con buona pace di cricche e mafie. Non le chiedo, pur non essendo moderato,di sostituire i triumviri con Bocchino, Briguglio e Granata poiché con questa operazione perderebbe molte colombe finiane e non sarebbe un buon consiglio, ma almeno sostituisca gli attuali attraverso un sorteggio tra tutti i parlamentari del Pdl: se esclude gli ex An (che, oggettivamente,potrebbero aggravare la situazione) non potrà che rilanciare il partito, chiunque venga sorteggiato".  Granata chiede al premier di "buttare a mare" anche il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: "lo mandi al Grande Fratello - scrive il deputato finiano - e metta al suo posto Mara Carfagna: bella, onesta, di buona famiglia, intelligente".

La giustizia "Metta definitivamente da parte scudi, lodi e leggi ad personam: vada, invece, alla fine del suo mandato, a difendere davanti ai giudici il suo onore e la sua sacrosanta volontà di rivendicazione della sua trasparenza". È la richiesta che il finiano avanza al premier sul suo blog. "Ci proponga una riforma della giustizia che velocizzi i processi - aggiunge Granata - senza farli andare in prescrizione, dando giustizia sia alle vittime che agli innocenti e dia risorse ingenti e nuove professionalità e strumenti alle procure e alle forze dell’ordine, magari smettendo di insultare le prime e trovando i soldi per gli straordinari alle seconde. Il 19 luglio, poi - conclide -, lasci stare il Premio Aznavour e venga con noi in Via D’Amelio a ribadire all’Italia chi sono gli eroi, senza se e senza ma!".

Il dialogo con Fini "Vada a trovare Gianfranco Fini (dopo aver spostato Feltri a dirigere Chi, dove farà cose egregie) e gli chieda scusa per tutto, iniziando a pensare che in politica la discussione, il confronto, la trasparenza, la legalità non sono il demonio ma l’unico metodo per far diventare un grosso partito, un grande partito per far bene cose di interesse comune" chiede Granata a Berlusconi.

"Presidente - conclude Granata -, in attesa della sua risposta, ho il dovere però di sottolinearle l’unico rischio della mia piattaforma: ritrovarci con un Pdl fatto da 34 deputati e 10 senatori. Sono i rischi dell’audacia! Contro tutti i moderati e i moderatismi, hasta la victoria presidente".

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