Artrite reumatoide: nuove speranze di cura

Le speranze dei pazienti affetti da artrite reumatoide hanno un nome: acido retinoico all-trans (ATRA)

Artrite reumatoide: nuove speranze di cura

L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce le articolazioni. Più frequente nel sesso femminile (il rapporto donna/uomo è di 3:1), essa compare soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Poiché si tratta di un disturbo autoimmune, il sistema immunitario riconosce come estranei i tessuti sani e li attacca.

Bersaglio prediletto è la membrana sinoviale, ovvero il foglietto di rivestimento interno della capsula articolare. Oltre a provocare la distruzione della cartilagine, lo stato flogistico può estendersi e interessare così anche i muscoli, le sierose, i vasi sanguigni, i reni, il cuore, i polmoni, l'apparato visivo ed emopoietico, il sistema nervoso centrale e periferico.

Tra tutte le patologie osteoarticolari, l'artrite reumatoide è senza dubbio la problematica più severa in termini di danno strutturale delle articolazioni, di comorbidità associate e di complicanze extra-articolari. La scienza cerca costantemente di migliorare la qualità di vita dei pazienti. Di recente i ricercatori della Tokyo Medical and Dental University (TMDU), approfondendo il genoma umano, hanno studiato uno strumento predittivo per la progressione della malattia. Ne abbiamo parlato in questo articolo.

Le cause e i sintomi dell'artrite reumatoide

Purtroppo la causa dell'artrite reumatoide è ancora sconosciuta. Tuttavia si ritiene che la sua eziologia sia multifattoriale. Condizioni, dunque, che ne favoriscono la comparsa sono: la predisposizione familiare, i rischi ambientali, il genere femminile, l'età, il fumo di sigaretta, una specifica alimentazione, problematiche ormonali, fattori socio-economici. Ancora lo stress, alcune infezioni virali (Human Herpes Virus 6, Epstein-Barr Virus) e la parodontite con proliferazione di Porphyromonas gingivalis.

I sintomi tipici del disturbo sono il dolore, il gonfiore, la rigidità al movimento e la perdita di funzionalità delle articolazioni. L'algia, spontanea, continua e presente al riposo, tende a migliorare con il movimento. La rigidità articolare è più intensa al risveglio e può durare anche per l'intera giornata. La perdita della funzionalità, inizialmente caratterizzata da sinovite, con il passare del tempo evolve in deformità articolari. Infine non sono rare le manifestazioni sistemiche come la stanchezza, l'indolenzimento muscolare, la perdita di peso, la febbre e il rash cutaneo.

L'artrite reumatoide e il sistema polimerico biodegradabile

Gli scienziati dell'Università San Diego della California hanno sviluppato un sistema polimerico biodegradabile per trattare l'artrite reumatoide. La ricerca, pubblicata su Advanced Science, si è basata sul crescente interesse circa la modulazione del sistema immunitario per la cura dei tumori e delle malattie autoimmuni e sull'acido retinoico all-trans (ATRA) che, prodotto naturalmente dal corpo, aiuta le cellule a svilupparsi.

Due sono le innovazioni apportate dal team: il rilascio locale e lo sfruttamento del microambiente congiunto per un'efficacia sostenuta. Con questo metodo ATRA incapsulato è iniettato direttamente in un'articolazione affetta dall'artrite reumatoide e qui rimane in circolo per almeno diverse settimane. Durante questo periodo l'acido retinoico all-trans trasforma le cellule che causano la patologia in cellule che bloccano la stessa. Queste ultime prendono il nome di cellule T regolatorie e possono trattare o prevenire il disturbo in altri distretti corporei.

Cos'è l'acido retinoico all-trans (ATRA) e come funziona

L'acido retinoico all-trans (ATRA) è una molecola attualmente approvata dalla FDA per la cura della leucemia promielocitica acuta. Negli ultimi venti anni la scienza ha scoperto che esso è potenzialmente efficace nell'alleviare l'infiammazione tipica dell'artrite reumatoide. Tuttavia il trattamento si basa sulla circolazione di ATRA in tutto il corpo, modalità questa che può causare immunosoppressione, tossicità ed altri effetti collaterali.

Invece, nel momento in cui ATRA è incapsulato mediante materiali biodegradabili, può essere iniettato direttamente nelle articolazioni a concentrazioni terapeutiche e la sua eventuale diffusione fuori dal sito malato provocherebbe effetti indesiderati minimi. Quando il sistema immunitario funziona correttamente, le cellule T helper pattugliano l'organismo alla ricerca di agenti patogeni pericolosi. Se ne viene rilevato uno, una cellula T helper recluta cellule aggiuntive per combattere la minaccia.

Molte malattie autoimmuni derivano da casi di "identità errata". Il sistema immunitario riconosce come estraneo un organo o un tessuto e lo attacca. Molti approcci attuali bloccano i segnali chimici usati dalle cellule immunitarie per comunicare e impediscono così alle cellule T helper di chiamare i rinforzi. ATRA apporta modifiche durature alla capacità del macchinario cellulare di leggere il DNA, migliorando di conseguenza la funzione delle cellule T regolatorie antinfiammatorie che diventano così in grado di risolvere lo stato flogistico o addirittura di promuovere la guarigione.

Le prossime sfide

I ricercatori hanno testato il metodo di incapsulamento dei biomateriali utilizzando una combinazione di cellule umane e animali. Successivamente sono passati a modelli murini di artrite reumatoide, per poi provare una simulazione di un caso reale di patologia in un soggetto umano. Il lavoro ha richiesto più modelli di malattia, ciascuno progettato per dimostrare un aspetto specifico delle ipotesi avanzate dal team.

Attualmente gli scienziati stanno lavorando alla commercializzazione di ATRA. David A. McBride, ingegnere chimico e co autore della ricerca ha affermato: «Poiché questa è la mia prima esperienza è difficile fare una stima.

Stiamo comunque mirando all'approvazione per iniziare gli studi clinici entro cinque anni». Al fine di valutare possibili percorsi di commercializzazione, McBride ha partecipato ai programmi dell'UC San Diego Institute for the Global Entrepreneur (IGE).

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