Infarto, i 6 sintomi da non sottovalutare

Una crisi cardiaca può essere fatale, ma riconoscerla in tempo e intervenire tempestivamente può salvare la vita: attenzione dunque ai “segnali” del corpo

Infarto, i 6 sintomi da non sottovalutare

L’infarto è la necrosi di un tessuto o di un organo che non ricevono un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa. Una crisi cardiaca purtroppo può essere fatale, ma riconoscerla in tempo e intervenire tempestivamente può salvare la vita.

L’attacco di cuore è in molti casi la conseguenza di una malattia che colpisce le coronarie, le arterie che portano il sangue al muscolo cardiaco. Queste ultime, restringendosi a causa della formazione di lesioni o di placche ricche di grasso, impediscono al cuore di ricevere sangue a sufficienza. Anche per questa ragione i segnali di un attacco di cuore possono comparire prima che l’evento cardiovascolare giunga alla sua fase acuta, cioè quella dell’infarto miocardico.

Dunque occorre fare molta attenzione ai campanelli d’allarme per agire tempestivamente.

I sintomi dell'infarto non sono uguali per tutti e possono variare a livello di intensità. Addirittura vi sono infarti silenti, in cui il soggetto colpito nemmeno si accorge di quello che sta subendo. Ecco una lista di 6 sintomi che in generale devono destare l'attenzione.

Oppressione toracica

Chi sta per avere un infarto in genere ha una sensazione di pienezza o sente un dolore costrittivo al centro del petto, come una morsa. Tale stato può durare parecchi minuti, solitamente più di venti, senza interruzione e senza che vi sia alcuna risposta ai farmaci.
Come ogni muscolo il cuore ha bisogno di un approvvigionamento costante di sangue e dell’ossigeno da esso trasportato. Senza sangue le cellule del cuore subiscono immediatamente gravi danni e ciò provoca dolore ed una sensazione di pressione. Il dolore dell’infarto è intenso e, soprattutto, prolungato: infatti può durare anche giorni. Oppure può presentarsi a più riprese senza apparenti situazioni scatenanti.
Il dolore al petto normalmente, come detto, è molto forte ma non biosgna lasciarsi ingannare. Ci sono casi in cui invece tale dolore viene percepito in modo lieve, con una sensazione simile a quella dell'indigestione. A volte si imputa il male ad una cattiva ed eccessiva alimentazione o al mancato digerimento di un cibo quando invece la causa è molto più grave.
Talvolta addirittura può non essere presente alcun dolore al petto e ciò accade specialmente nelle donne, nelle persone anziane e in quelle affette da diabete.

Dolore dal petto al braccio sinistro e alla schiena

Il dolore può arrivare perfino ai denti e alla mandibola. La spiccata lateralità sinistra di tutte queste manifestazioni deve mettere in allarme il paziente: e ciò anche se l'intensità del dolore non è troppo intensa e si potrebbe attribuire a un malessere generale. L'aggravamento infatti può essere repentino.

Dolore prolungato e sudore

Questo può comparire non solo durante sforzi intensi, ma anche a riposo, ad esempio di prima mattina o mentre si sta dormendo, associato in taluni casi a forte sudorazione.
La causa del sudore freddo è riconducibile a intensi processi di vasocostrizione, che stimolano le ghiandole sudoripare a funzionare in maniera anomala. In presenza di infarto viene a mancare il controllo termoregolatorio e il corpo è sottoposto a uno stress funzionale.

Nausea e vomito

Tra i sintomi di infarto miocardico si possono riconoscere anche dolori alla porzione superiore dell'addome, con spasmi gastrici accompagnati da intensa sensazione di pirosi (acidità e bruciore di stomaco). Molto spesso insorge anche una forte nausea, che si manifesta improvvisamente e senza che il soggetto sia in fase digestiva: si tratta della tipica "nausea cardiaca", provocata dalla sofferenza delle cellule.

Mancanza di respiro e affanno, anche a riposo

La mancanza di fiato, o dispnea, è una sensazione di respirazione difficile, solitamente accompagnata dalla fame d'aria, per cui il paziente cerca invano di aumentare la profondità della fase inspiratoria ma senza nessun beneficio. La dispnea è legata alla ridotta e brusca funzione della pompa cardiaca.

Capogiri, formicolii e stanchezza

Anche ciò che accade nei giorni precedenti l’episodio acuto non è da sottovalutare. Prima ancora che l’infarto sia in atto infatti possono comparire capogiri, difficoltà a respirare e formicolii al braccio e alla mano sinistra. Ricordiamo che per funzionare a dovere, tutto il corpo, cuore compreso, deve essere irrorato di sangue e con esso ricevere ossigeno a sufficienza.

Proprio per questo talvolta prima dell’attacco si può avvertire una stanchezza anomala, un senso di grande fatica tanto che anche i più semplici gesti quotidiani risultano difficili da portare a termine.

Alcuni sintomi, va detto, possono essere confusi con dolori intercostali o con problemi gastroesofagei. In ogni caso, anche solo si sia in dubbio, è bene chiamare i soccorsi.

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