Mal di testa, perché le donne ne soffrono maggiormente

È una delle cause più comuni di malessere, specialmente nelle donne: ecco quali sono le cause per cui il mal di testa predilige il sesso femminile e le terapie oggi disponibili

Mal di testa, perché le donne ne soffrono maggiormente
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È un problema comune a milioni di persone, addirittura un miliardo in tutto il mondo ma a esserne più esposte sono senz'altro le donne con un rapporto di tre a uno: stiamo parlando del mal di testa, anche conosciuto con il nome di emicrania. Nel nostro Paese sono circa sette-otto milioni a soffrirne con una predisposizione maggiore per le giovani-adulte, quindi con i picchi maggiori fra i 20 e 50 anni.

Cause e sintomi

I fattori per cui un mal di testa possa essere frequente sono molteplici e multi-fattoriali: tra gli elementi caratteristici c'è la cosiddetta lateralizzazione del dolore che si concentra quindi sulle aree laterali e intorno alle tempie. Bisogna stare attenti a non confonderlo con la cefalea che è uno dei sintomi come possono essere le vertigini, il dolore addominale e quello toracico. In molti casi esiste una predisposizione genetica del soggetto che potrebbe avere un cervello emicranico, ossia "un cervello iper-reattivo e ipersensibile, che non è in grado di filtrare e selezionare in modo adeguato gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dal nostro organismo. Un soggetto sano, anche se esposto a fattori scatenanti, non svilupperà mal di testa poiché non ha un cervello emicranico", spiegano gli esperti della Fondazione Auxologico.

Perché le donne sono più esposte

Gli episodi sono variabili e possono durare da alcune ore a tre giorni. Se fino alla pubertà l'emicrania colpisce indifferentemente ragazzi e ragazze, dopo diventa una caratteristica più femminile. Come mai? "Il motivo per cui colpisce di più le donne è che in genere sono molto stressate e pressate degli impegni familiari e lavorativi e conducono una vita con il piede sempre schiacciato sull’acceleratore. È il cervello che 'avverte' la donna di aver superato i limiti con il mal di testa, che diventa un sintomo", ha spiegato al Corriere il prof. Gennaro Bussone, neurologo e fondatore del Centro Cefalee dell’ospedale Besta di Milano.

Il ruolo degli estrogeni

Anche se la tipologia di vita che conducono incide in maniera profonda, non è questa l'unica spiegazione: in molti casi, infatti, i mal di testa sono causati dalla fluttuazione degli ormoni sessuali femminili che ne diventano la causa principale. Nel caso specifico, gli estrogeni causano emicrania nel 60-70% dei casi quando si presenta il ciclo mestruale. "La causa principale è il periodico, brusco calo degli estrogeni in questa fase che, in donne molto sensibili alle fluttuazioni ormonali può innescare dolore", sottolinea l'esperto. Non sono ancora chiare, però, le cause scatenanti del mal di testa anche se gli ormoni femminili ricoprono importanti attività nel cervello.

Molto spesso la cefalea compare quando le donne sono incinte per importanti modifiche del normale assetto ormonale mentre in menopausa le condizioni tendono a migliorare per una minore fluttuazione ormonale. Ogni persona ha, comunque, un suo percorso storico con episodi più o meno intensi che possono dipendere anche dall'alimentazione o dalla troppa attività fisica. Il mal di testa più diffuso si scatena con la "cefalea tensiva" di cui le donne soffrono quasi due volte in più degli uomini: si ha dolore medio-basso che non consente di compiere al meglio le attività quotidiane. Anche in questo caso si studiano da anni le cause riconducibili essenzialmente a stress, ansia e ciclo mestruale.

Quali sono le terapie

Fino a quando i mal di testa rimangono circoscritti, spesso si sceglie la strada della guarigione per così dire naturale, o comunque con i classici analgesici. Per episodi che, invece, superano i cinque sei al mese "è necessaria una terapia specifica rivolgendosi a un centro cefalee", ha sottolineato il neurologo.

Alcuni nuovi farmaci riescono a ridurre sia il numero delle emicranie ma anche la loro intensità con meno effetti collaterali rispetto al passato mentre altre cure si basano anche sugli anticorpi monoclonali, tra i più tollerati e con i risultati migliori nella maggior parte dei pazienti. In questo caso, però, vengono somministrati essenzialmente alle persone che non hanno tratto beneficio da tutte le altre cure sperimentate in passato a causa dei costi elevati.

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