I punti chiave
Nelle ultime ore, il primo virus sinciziale della nuova stagione è stato isolato in un neonato di appena tre mesi in un campione analizzato al Policlinico Umberto primo di Roma: la notizia è stata data all'Adnkronos Salute dal prof. Fabio Midulla, Presidente della Società italiana di malattie respiratorie infantili (Simri). Appena due giorni prima, invece, era stato isolato in una bambina di due anni ma non è stato considerato il primo caso nazionale perché l'infezione era stata contratta in Danimarca.
Quali sono i sintomi
"Ci aspettiamo, in due o tre settimane, l'inizio dell'epidemia annuale di virus respiratorio sinciziale che ha tra le cause tipiche, nei bambini, la bronchiolite", ha affermato l'esperto. Ma che virus è? Si tratta di un agente virale capace che infetta l'apparato respiratorio soprattutto dei più piccoli ma può colpire pazienti di qualsiasi età. Come il comune raffreddore, allo stesso modo di tratta di un patogeno stagionale che vive e infetta almeno per 4-5 mesi. Come ha accennato il prof. Medulla, la bronchiolite causa il restringimento delle vie aeree il cui periodo di incubazione, prima dei sintomi, è di circa 3-5 giorni. La sintomatologia più comune prevede:
- rinite
- faringite e tosse
- febbre
- otite e mal di gola
Per quanto riguarda la bronchiolite "abbiamo già dei bambini ricoverati, con forme non gravissime, causate però da rinovirus e non, ovviamente, da virus sinciziale", ha spiegato l'esperto. L'epidemia annuale "comincia sempre col rinovirus e solo dopo comincia a comparire il virus respiratorio sincinziale", ha aggiunto. I pediatri spiegano anche che si riconosce con la difficoltà respiratoria: un altro segnale di allarme può essere la "comparsa di un colore violaceo delle labbra o del viso".
Come proteggere i bambini
Innanzitutto, il latte materno fornisce un'adeguata protezione perché possiede numerosi anticorpi contro gli agenti infettivi riducendo il rischio di contrarre gravi infezioni da virus respiratorio sinciziale e dalla necessità di ricorrere alle cure ospedaliere per la bronchiolite. L'igiene è fondamentale: è importante lavarsi bene le mani prima di toccare il piccolo ed è importante l'uso della mascherina per chi fosse raffreddato. Lo stesso discorso vale per le superfici e per i giocattoli che vanno lavati spesso per evitare che, al contatto, il bambino possa contagiarsi.
Quali sono le cure
Per quanto riguarda la cura adeguata "non vi sono terapie efficaci per la bronchiolite. In caso di ospedalizzazione viene messa in atto una terapia di supporto per mantenere un'adeguata idratazione e, se necessario, viene somministrato l'ossigeno", ha spiegato il prof. Midulla. Nei casi più gravi può essere necessaria un'azione meccanica in terapia intensiva. "Sono utili lavaggi nasali con soluzione salina e aspirazione delle secrezioni nasali (in particolare prima dei pasti). Importante incoraggiare il bambino ad assumere liquidi a piccoli sorsi o ad assumere pasti piccoli e frequenti".
Tutti i farmaci a base di cortisone, gli antibiotici ma anche i broncodilatatori sono scarsamente utilizzati: soprattutto nel caso degli antibiotici "non vanno utilizzati perché l'agente responsabile è un virus e le sovrainfezioni batteriche sono rare". I bambini che rischiano maggiormente una bronchiolite grave sono i lattanti nati prematuramente, quelli che hanno cardiopatie congenite, malattie polmonari croniche, malattie neuromuscolari e immunodepressione.
In questi casi l'esperto (sempre rivolgersi al proprio medico) potrà richiedere la somministrazione di un anticorpo monoclonale (Palivizumab) che va ripetuta ogni mese durante la stagione invernale.Leggi anche:
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