Fassbinder e Zhang Yimou allo Spazio Oberdan

Matteo Failla

Invasi da alieni e obbligati alla Guerra dei Mondi, impauriti da oscure presenze o catapultati in Isole abitate da cloni umani.
Dopo un’estate cinematografica così tormentata, in attesa dell’invasione autunnale delle grandi produzioni hollywoodiane, ai milanesi viene ora proposta l’occasione per godersi una pausa ricca di cinema d’autore.
Allo Spazio Oberdan la Fondazione Cineteca Italiana proporrà, da quest’oggi e fino al prossimo 14 settembre, una rassegna cinematografica dedicata a due grandi registi: il tedesco Rainer Werner Fassbinder e il cinese Zhang Yimou.
C’è da scommettere che i cinefili non perderanno l’occasione di rivedere i capolavori di questi due talenti del cinema, ma l’opportunità potrebbe essere ghiotta anche per coloro che non sono avvezzi a un cinema così “impegnato”.
Per quanto riguarda Fassbinder la Fondazione Cineteca, dopo essersi occupata della sua serie televisiva Berlin Alexanderplatz (risalente al 1980 in 14 puntate), e sempre in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, presenterà dieci fra i migliori lungometraggi del regista tedesco, che gli organizzatori definiscono fautore di “un’opera filmica che ha saputo coniugare melodramma e cinema d’autore, impegno politico e invenzioni formali, proponendosi come unico blocco etico ed estetico, ossessione che rappresenta uno degli urli ribellione più alti dell’arte del ’900”.
E come dar loro torto, Fassbinder è stato un vero “enfant terrible” del cinema: dal 1969 fino al 1982 (quando morì per un’overdose a solo 37 anni) girò una quarantina di film per il cinema e la televisione. E forse vale la pena di citare i titoli che verranno proiettati allo Spazio Oberdan, visto che alcuni di questi sono veri e propri capolavori che ormai fanno parte della storia del cinema.
Si inizierà con L’amore è più freddo della morte, poi sarà la volta di Un anno con 13 lune, Dei della peste, Effi Briest (tratto dall’omonimo romanzo di Theodor Fontane), quindi i capolavori Lili Marlene ed Il matrimonio di Maria Braun, ma anche La moglie del capostazione, Querelle, Roulette cinese e per concludere Veronika Voss.
E ad affiancare il percorso artistico di Fassbinder ci sarà anche il cinema di Zhang Yimou, uno dei maggiori esponenti di “quinta generazione”, che comprende quei registi raccolti intorno agli studi di Xi’an.
Un regista decisamente insolito, capace di trasmettere concetti e sensazioni con una “semplicità dialettico-cinematografica” incredibile, frutto di un talento naturale che negli anni giovanili è rimasto nascosto a causa della difficile situazione politica cinese.
Un ingegno che tuttavia non poteva non “esplodere”, tanto che nel 1988, con la sua prima regia (nel film Sorgo Rosso), vinse subito l’Orso d’Oro al Festival di Berlino.


E quel suo vincente esordio cinematografico sarà riproposto allo Spazio Oberdan, accompagnato da altri suoi capolavori: Hero, Ju Dou, Keep Cool (primo lavoro di Yimou girato nella “Pechino moderna”), Lanterne rosse (candidato all’Oscar come lo era stato Ju Dou), Non uno di meno, La storia di Qiu Ju, La strada verso casa, La triade di Shanghai e Vivere!

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