Fassino battezza l’Ulivo ma i partiti lo affossano per salvare uffici e soldi

Il segretario festeggia, dopo 24 ore i consiglieri di Ds e Margherita tornano divisi

Giuseppe Salvaggiulo

Rinunciare a due capigruppo, due stipendi maggiorati, un bel po’ di soldi e due spaziosi uffici con doppio personale in nome dell’Ulivo? Ma quando mai. I consiglieri regionali pugliesi di Ds e Margherita non ci pensano neanche. E così hanno inscenato prima la costituzione in pompa magna del gruppo unico dell’Ulivo, benedetta da Piero Fassino in persona, arrivato per l’occasione da Roma. E poi la sua dissoluzione (e derubricazione in più blanda federazione). Tutto in ventiquattr’ore. Un miracolo bizantino che salva la capra dell’Ulivo e i cavoli dei partiti.
Primo atto. Lunedì mattina, nella sede del Consiglio regionale a Bari, riunione degli eletti dei due partiti. Ordine del giorno: costituzione del gruppo unico dell’Ulivo. Arriva Fassino. Le agenzie di stama raccolgono il suo entusiasmo: «La costituzione di un gruppo unitario dell’Ulivo nel Consiglio regionale è un passo verso la costituzione del Partito democratico». Evviva, finalmente una scelta coraggiosa e unitaria che mette al bando gli interessi particolari in nome di una prospettiva comune.
Secondo atto. Martedì, nello stesso posto, riunione del Consiglio regionale. Il momento buono per vedere all’opera il gruppo unico. Ma ecco la sorpresa: il consigliere di An Sergio Silvestris solleva il dubbio: «Presidente scusi, ma nasce un gruppo unico o restano due gruppi diversi?». Urla dai banchi dei Ds: «Fatti i fatti tuoi!». «Fatti miei? Questo è un fatto politico». E il presidente del Consiglio Pietro Pepe (Margherita) è costretto a chiarire: «No, no, i gruppi com’erano restano, i due capigruppi restano. C’è solo un’indicazione politica...».
Svelato il bluff. Altro che gruppo unico: Ds e Margherita restano divisi (come si può verificare anche sul sito internet del Consiglio). Continueranno ad avere due gruppi e due capigruppo. Uffici diversi e lontani (i Ds al primo piano, la Margherita al quarto).
Perché proclamarsi uniti e restare divisi, avvitandosi su un artificio politico? Perché far arrivare il segretario Fassino per battezzare quello che An ora definisce in un comunicato ironico «il gruppo delle bufale all’olio d’Ulivo»? Semplice: perché conservare due gruppi conviene per una serie di ragioni. Primo: i capigruppo conservano uno stipendio maggiorato (circa 1.500 euro in più al mese). Secondo: ogni gruppo ha diritto a una «sede adeguata» dotata di arredamento e tecnologia, a personale pagato dalla Regione, al rimborso delle spese telefoniche, a contributi economici a vario titolo (finanche per l’aggiornamento culturale e scientifico). Insomma fare il gruppo unico costa.
L’unica vera novità è allora la nomina di un portavoce unico. Una sola voce in Consiglio regionale. Poco, ma meglio che niente. Il problema è un altro: il portavoce chi se lo prende, la Quercia o la Margherita? Non riuscendo a trovare l’accordo sul nome, si è trovato l’accordo su un compromesso: per otto mesi lo fa un consigliere della Margherita, per otto uno dei Ds. E così via a rotazione fino alla fine della legislatura. Ma il ruolo di questo portavoce a tempo determinato è ben strano. Alle riunioni della conferenza dei capigruppo - organo fondamentale perché decide l’ordine dei lavori del Consiglio - non potrà mettere piede.

Perché non è un capogruppo e non ha un gruppo unico alle sue spalle. In quella sede, continueranno a partecipare (e a decidere) i vecchi capigruppo di Ds e Margherita.
In Puglia l’Ulivo è incinta, ma solo un po’.
giuseppe.salvaggiulo@ilgiornale.it

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