«Fermo la Juve, poi sogno un regalo: Inzaghi o Iaquinta»

«Fermo la Juve, poi sogno un regalo: Inzaghi o Iaquinta»

La Juve sarà imbattuta, ma pure lui con Conte non ha mai perso. Attilio Tesser prepara la trasferta di Torino con il suo Novara confidando nel personale score con il collega bianconero: due pareggi l'anno scorso in B. E pazienza se la Vecchia Signora non è il Siena, sotto la cupola di San Gaudenzio si temono ormai più le piccole delle big.
Mister, avete battuto l'Inter, fermato il Napoli. Eppure siete penultimi…
«I punti sono punti, che li fai con il Milan o con il Cesena cambia poco. Però la salvezza ce la giochiamo nelle sfide con Lecce, Bologna e le altre del nostro livello. È lì che sinora abbiamo reso poco. Forse perché con gli squadroni troviamo le giuste motivazioni per fare bene e giochiamo meglio di rimessa»
Domenica sera Dzemaili le ha portato via due punti proprio nel finale. Più felice di aver bloccato Lavezzi e compagni o più triste per il pari allo scadere?
«Da allenatore sono contento della prestazione dei miei. Anche se vedere la vittoria sfumare all'ultimo mi ha fatto male. Ok, di fronte avevamo il Napoli. Ma per la classifica che abbiamo avrei preferito giocare peggio e tornare a casa con l'intera posta».
E ora c'è la Juve: pensava di trovarla lassù, al primo posto?
«Sapevo sarebbe stata in alto. Conte ha trasportato alla Juventus la mentalità e l'aggressività che aveva il suo Siena. Ma a Torino in più ci sono giocatori di qualità assoluta…»
Cosa manca per puntare allo scudetto?
«Io dico sempre che tutte le squadre sono migliorabili. Però credo che la Juve attuale sia già competitiva per il titolo. Non avrà la qualità del Milan, ma risponde con l'intensità del suo gioco. Sono convinto che con un paio di ritocchi all'anno Antonio aprirà un ciclo a Torino».
Eppure alla Juve ha fallito anche il suo amico Del Neri, appena un anno fa…
«Anche la Juve di Gigi ha fatto partite eccezionali a inizio stagione. Mi ricordo il 4-0 all'Udinese, per esempio. Ma mancava di continuità. È lì che Conte sta facendo la differenza: la sua squadra non ha cali e cerca la vittoria con rabbia fino alla fine. L'avete vista con la Roma?»
Ha 100 euro in mano: li gioca sulla salvezza del Novara o sullo scudetto della Juventus?
«Oddio (ride). Credo siano possibili tutte e due le cose. Io ho fiducia nei miei ragazzi. Potevamo avere qualche punto in più, ma la classifica non è così lunga. Ce la possiamo fare. E pure la Juve può centrare il tricolore. Ma di sicuro dovremo soffrire. Noi e loro…».
Due figure emblematiche di questo Novara: il talento di Rigoni e la determinazione di Rubino. Ce ne parla?
«Rigoni è arrivato tardi in serie A, sebbene abbia le qualità giuste e sia cresciuto nella Juve. Ma anche giocatori bravi come lui devono trovare l'ambiente ideale per riuscire a esprimersi.

La storia di Rubino è una favola qui a Novara: ha fatto gol dalla serie C2 alla A, con tanto spirito di sacrificio e dedizione alla maglia. Ecco, per salvarci dobbiamo avere in campo undici Rubino…».
E poi si avvicina il mercato di gennaio: arrivano Inzaghi o Iaquinta?
«Magari! Ma prima fatemi pensare alle due gare che mancano alla sosta ...».

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