Il filosofo playboy e l’ex rivoluzionario i nuovi paladini della Costituzione

Un giorno saltano, l’altro girano e ora recitano. L’origine sembra comune: sono i delusi della sinistra d’oggi con un passato nell’estrema sinistra di ieri. Fuori dagli schemi e dai partiti (nessuno li vuole), hanno un filo conduttore che li unisce: non sopportano Silvio Berlusconi. Anzi, lo odiano. Sono dei girotondini recitanti che, fino alla noia, «in ogni dove» si devono riunire per leggere ad alta voce alcuni articoli della Costituzione.
Ed ecco che arriva in loro soccorso il collegamento ad Annozero di Michele Santoro. Scena triste: nonostante l’annunciata presenza delle telecamere c’è solo uno sparuto gruppetto di persone, un po’ leggono e un po’ recitano. Anche se gli organizzatori speravano nella nota «mobilitazione delle masse». Così non è stato.
Il filo conduttore di questa ennesima fallimentare manifestazione sembra essere la nostalgia dei bei tempi andati, un triste «amarcord» politico-movimentista. Gli attori sembrano essere i medesimi. Spiccava Ambrogio Vitali, con la sciarpa rossa al collo: è uno dei fondatori di Radio Alice, la famosa radio del movimento studentesco. L’emittente radiofonica che durante gli scontri del marzo ’77 guidava gli studenti rivoltosi che misero a ferro e fuoco la città. Ed è lo stesso Ambrogio Vitali che in giovane età militava in un gruppo (meglio «Collettivo») dell’ultrasinistra che si autodefiniva: «maodadaista». Dopo un lungo soggiorno in India e dopo alcuni decenni troviamo Vitali tra i «primi firmatari» (insieme a Stefano Bonaga) del manifesto stilato da Francesco Berardi (il «Bifo» leader della movimento degli anni Settanta) che in occasione delle elezioni amministrative sosteneva la lista di estrema sinistra Bologna Città Libera. Ambrogio Vitali è anche il fondatore della emittente di quartiere (Orfeo Tv) nata perché, ritornello, «Berlusconi è il padrone». Tra gli altri recitanti, con i capelli e la barba bianca, l’inconfondibile Roberto Morgantini, un duro della locale Cgil spesso in contrasto con la linea «morbida» dei Ds. Un vero compagno tirato su all’ombra della bandiera rossa, uno che racconta: «A quattordici anni sono scappato da casa per scoprire quel mondo di cui tanto si parlava, quando mi hanno ritrovato non mi hanno riportato a casa, ma alla Camera del lavoro».
Tra i leader del gruppetto con pancetta, non a caso la manifestazione è stata organizzata attorno al tavolo di un ristorante, spiccava anche il «filosofo» Stefano Bonaga. Noto alle cronache mondane non solo per essere stato uno degli ex dell’affascinante Alba Parietti, ma conosciuto anche per il suo recente matrimonio con la giovanissima e attraente modella cecoslovacca Andrea Lehotska. Tra la sexy girl e il docente di antropologia filosofica quasi quarant’anni di differenza.
Il gruppo dei Devoti alla Costituzione fa quasi tenerezza anche perché gli eroi della mondanità e quelli della rivoluzione mancata hanno una certa abilità a non riuscir a fare coro: hanno puntato a diffondere la loro «iniziativa democratica» a mezzo internet, ma il risultato è stato deludente. La maggior parte di chi ha sfogliato la pagina dedicata all’evento ha cliccato la casella «Non partecipo». Alla chiamata in pochissimi hanno risposto.
E poi il collegamento televisivo era di fronte «all’accesso principale del tribunale di Bologna».

Perché «è luogo e simbolo dell’uguaglianza davanti alla legge». Però hanno sbagliato via e numero civico: lì, dove hanno recitato il mantra, il tribunale si trasferirà chissà quando. Per ora i nostalgici «devoti» hanno recitato ai piedi di una scatola vuota.

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