Roma - Nel 2009 una perdita più contenuta di quanto previsto e una 2010 che prospetta una ripresa più sostanziosa rispetto a quanto calcolato nei mesi scorsi. Migliorano su tutti i fronti i dati del prodotto interno lordo italiano registrati nelle previsioni contenute nella Relazione previsionale e programmatica che accompagna la Finanziaria 2010. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una manovra "leggera" da circa 3 miliardi di euro che non modifica quanto previsto per gli anni 2010 e 2011, ma lo estende per l'anno 2012. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, assicura: "Finanzieremo missioni, lavoro e università".
La manovra "leggera" Nella bozza della legge Finanziaria non è contenuta la tabella con l’impatto della manovra sul fabbisogno, sul debito e sull’avanzo primario. È, invece, allegata la tabella delle coperture che ammonterebbero a circa 3 miliardi per il prossimo triennio. "Abbiamo approvato la finanziaria fino al 2012 in cui però non sono previste modifiche per l’anno 2010-2011", ha spiegato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando di "cambiamento epocale" dal momento che "negli anni precedenti c’era sempre un assalto alla diligenza ed uno scontro tra ministri e partiti". "Abbiamo evitato l’assalto delle lobbies e soprattutto quello che accadeva negli anni che vanno dal 1980 al 1992 e cioè la moltiplicazione per 8 del debito pubblico, cosa che stiamo ancora pagando". In particolare la Legge finanziaria prevedrebbe circa 580 milioni di euro di coperture nel 2010, circa 380 milioni nel 2011 e circa 2.290 milioni nel 2012. Nel 2010 sarebbero previsti maggiori oneri per 380 milioni di euro per le spese correnti e una integrazione di 190 milioni alla tabella C, quella delle spese per i ministeri. La copertura è realizzata con 380 milioni di riduzione delle spese correnti e con circa 200 milioni di tagli alla tabella E con le riduzioni di autorizzazioni legislative di spesa precedentemente disposte.
I finanziamenti del governo Università e ricerca, 5 per mille, lavoro e missioni di pace. Sono queste le voci di spesa definite "ineludibili" dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e alle quali verranno destinati i proventi che deriveranno dallo scudo fiscale e dalla lotta all’evasione. "La manovra è quella fatta con il decreto legge di luglio. O la troverete se ci saranno interventi utili da fare in futuro", ha spiegato il titolare del dicastero di via XX Settembre facendo notare che "l'Italia non è più un'anomalia in Europa". "Abbiamo fatto una cosa ordinaria in tempi straordinari", ha sintetizzato Tremonti facendo riferimento alla scelta di "dare affidabilità strutturale su un profilo triennale" al bilancio pubblico.
Le accuse all'opposizione Nel corso della presentazione della manovra il premier ha, però, accusato l'opposizione di essere "fieramente anti-italiana" dal momento che "fa il tifo" per la crisi economica. "Certamente dobbiamo constatare - ha detto Berlusconi - che abbiamo un’opposizione fieramente anti-italiana, che fa il tifo per la crisi e non per l’uscita dalla crisi". Ma, nonostante l'azione destabilizzante del centrosinistra, il premier ha assicurato che l’Italia uscirà dalla crisi economica "prima e meglio" di altri Paesi. "Vado via con animo positivo - ha continuato Berlusconi - perchè le situazioni, illustrate questa mattina anche dall’Istat e dalla Banca d’Italia, ci lasciano tranquilli. Noi prevediamo che l’uscita dalla crisi per l’Italia avverrà prima e meglio di altri Paesi".
Le stime del Dpef L’economia italiana tornerà a correre a ritmi sostenuti a partire dal 2011, quando il pil registrerà una variazione positiva del 2%. Stesso andamento anche l’anno successivo, quando il Prodotto interno lordo aumenterà ancora del 2% l’anno, tornando ai livelli pre-crisi: nel 2006 il Pil italiano si è attestato al +1,9%, ai massimi dal 2000. L'inversione di rotta nell'economia italiana è prossima. Il pil segnerà quest’anno una contrazione del 4,8%, contro una stima negativa per il 5,2% del Dpef, mentre nel prossimo anno lo spunto della ripresa segnerà una crescita dello 0,7% (contro lo 0,5% previsto dal Dpef). Il disavanzo corretto per il ciclo, al netto delle misure temporanee e una tantum, si attesterà al 3,3% nel 2009 e al 2,8% l’anno successivo. Valori nettamente inferiori alle cifre lorde dell’indebitamento (5,3% nel 2009 e 5% nel 2010).
Il rapporto deficit/pil Il debito pubblico nel 2009 si attesterà al 115,1% del Pil e nel 2010 salirà al 117,3%. Nel Dpef si prevedeva un debito/Pil al 115,3% e nel 2010 al 118,2%.
Nel 2011 il rapporto debito/Pil tornerà a scendere attestandosi a 116,9%. Il calo proseguirà nel 2012 quando il debito pubblico tornerà ai livelli di quest’anno scendendo al 115,1% del Prodotto interno lordo. Nel Dpef si prevedeva invece un debito/Pil al 118% nel 2011 e al 116,5% nel 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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