Fini attacca l’Unione: «Isolando Israele aiuta gli estremisti»

Il premier «deplora l’escalation dell’uso della forza, come prima nei Territori di Gaza»

Gianni Pennacchi

da Roma

È scontro frontale sulla crisi in Medioriente, il centrodestra attacca duramente il governo e l’intera Unione, Massimo D’Alema compreso, senza sfumature e senza sconti. Tutti i leader della Cdl scendono in campo a difesa di Israele e delle sue ragioni, ed il più duro è proprio Gianfranco Fini che ha diretto la nostra politica estera sino a pochi mesi fa. La «discontinuità» predicata e praticata dall’esecutivo di centrosinistra «aiuta gli estremisti» islamici e «allontana la pace», tuona il presidente di An, il «governo Prodi-D’Alema ha spezzato» il rapporto di fiducia che c’era tra Italia e Israele. Anche Franco Frattini, vicepresidente della Commissione Ue, critica decisamente l’attuale titolare della Farnesina: «D’Alema sbaglia, quella di Israele non è una reazione sproporzionata».
Quello che Fini denuncia è un vero e proprio tradimento, l’abbandono di un alleato leale alla morsa del terrorismo: «La discontinuità del governo Prodi rispetto al nostro governo favorisce solo i gruppi islamici più radicali ed estremisti e alimenta la violenza». È la reazione immediata alle dichiarazioni del premier, e l’ex ministro degli Esteri spiega: «Isolare Israele, farlo sentire sul banco degli imputati e negargli di fatto perfino il diritto all’autodifesa è infatti un grave errore strategico perché azzera la capacità di azione dell’Europa, induce Gerusalemme a guardare solo a Washington e radicalizza il conflitto». Ancora: «Israele nutriva fiducia nei confronti dell’Italia per la capacità che il governo Berlusconi dimostrava nel comprendere le ragioni e le paure di un Paese che è perennemente sottoposto ad attacchi terroristici e che non aveva mai sentito una reale solidarietà europea. Non a caso, fu durante il semestre italiano di presidenza che l’Ue inserì Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche e, non a caso, fu solo la presenza del nostro generale Pistolese a capo del contingente militare al Valico di Rafah a convincere Sharon della necessità di quella missione, la prima e finora unica azione concreta dell’Ue nel conflitto israelo-palestinese». La conclusione di Fini è netta quanto amara: «Oggi il governo Prodi-D’Alema ha spezzato quel rapporto di fiducia. Abbiamo un esecutivo irresponsabile che non si rende conto che il suo atteggiamento allontana la pace e la stessa soluzione della questione palestinese».
È la stessa posizione che Forza Italia ufficializza per voce di Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto, che rimproverano a Prodi: «Le posizioni di equidistanza rischiano di isolare Israele e di incentivare e non di bloccare l’aggressione operata dal fondamentalismo islamico». Dalla Lega Roberto Calderoli lancia un’accusa pesantissima: «L’antisemitismo latente che da sempre caratterizza la nostra sinistra sta pericolosamente cominciando a diventare sempre meno latente». La sostanza politica, dice il cooordinatore delle segreterie del Carroccio, è che «la nostra sinistra, e il governo con la sua ambiguità, stanno rompendo quel fronte occidentale compatto nella lotta al terrorismo e stanno abbandandonando una politica occidentale per seguirne una filo-araba e filo-islamica».

Dall’Udc infine, Pier Ferdinando Casini chiede «alle parti di fermarsi», ribadisce che «noi siamo per due Stati e due popoli», ma ricorda agli attuali nostri governanti che alla base della crisi «c’è il peccato originale del mancato riconoscimento del diritto di esistere di Israele da parte di Hamas». Dura la reazione della sinistra. Su tutti Fassino: «Irresponsabili sono le parole di Fini. Noi non abbiamo mai isolato Israele».

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