Follie da giudici, sotto inchiesta per aver distribuito volantini

RomaErano giorni caldi. Giovanna Reggiani era appena morta dopo essere stata massacrata e violentata da un romeno, nei pressi della stazione ferroviaria di Tor di Quinto, e a Roma si respirava un’aria pesante. Al coordinatore regionale del Movimento per l’Italia Fabio Sabbatani Schiuma era sembrata una cosa naturale far stampare qualche volantino e andare a protestare, a titolo individuale, contro il governo romeno che non poneva un argine alla fuoriuscita dal proprio territorio di delinquenti come Romulus Nicolae Mailat, l’assassino della Reggiani, già condannato in patria per altri reati.
Normale amministrazione per un esponente politico se non fosse che, a distanza di due anni e mezzo, Sabbatani Schiuma si è ritrovato sotto inchiesta per aver organizzato una manifestazione non autorizzata. Peccato che quella messa in atto sotto l’ambasciata di Romania presso la Santa sede, in via Panama, il 2 novembre del 2007, non fosse una manifestazione ma un semplice volantinaggio individuale del quale, tra l’altro, era stata data comunicazione alla questura. Nessun intralcio al traffico, nessun assembramento. Furono allontanati da Schiuma anche due esponenti del partito che volevano esporre uno striscione che invocava la pena di morte per l’autore della feroce aggressione. «Nella mattinata - racconta l’indagato - avevo mandato un fax in questura per informarli che alle 13 avrei effettuato un volantinaggio simbolico di protesta contro il governo romeno colpevole, a mio avviso, di lasciar uscire dal proprio territorio molti delinquenti e di considerare gli altri paesi dell’Unione europea come una sorta di “fogna” e per invitare i cittadini ad una veglia di preghiera. Un atto di cortesia, quella mia comunicazione, non essendo dovuto alcun preavviso per un volantinaggio». Non la pensa così la Procura di Roma, che ha iscritto Sabbatani Schiuma nel registro degli indagati per la violazione dell’articolo 18 del testo unico sulla pubblica sicurezza, ossia per manifestazione non autorizzata perché comunicata senza tre giorni di preavviso. Come se il coordinatore regionale del Movimento per l’Italia avesse potuto prevedere la morte della Reggiani. E poi, osserva Sabbatani, la questione del preavviso è a discrezione della questura, essendo frequentissime deroghe per eventi di carattere eccezionale. «Resto sconcertato che accadano queste cose, nel nostro Paese non c’è più libertà di espressione.

Non posso nemmeno andare a protestare sotto un’ambasciata come cittadino che i magistrati mi danno addosso», commenta Sabbatani Schiuma. Più esplicita Daniela Santanchè: «È una delle tante dimostrazioni che c’è una parte, per fortuna minoritaria, della magistratura che vuole far politica anziché applicare la legge».

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