Foresta amazzonica nel greto del Bisagno

Foresta amazzonica nel greto del Bisagno

Roberta Bottino

«Nel mezzo del cammin del Bisagno, mi ritrovai in una selva oscura». Proprio così, e pensare che al confronto persino la foresta Amazzonica sembrerebbe un piccolo cespuglio. Siamo all'altezza del ponte di Borgo Incrociati nei pressi di Brignole. Questa è una zona tristemente nota per gli allagamenti in caso di forti piogge. Da tempo il Comune sostiene d'intervenire regolarmente affinché quel tratto di torrente sia messo in sicurezza. Ma non serve inforcare un paio di occhiali per rendersi conto che qualcosa non quadra. Come si dice occhio non vede, alluvione non duole. Peccato che non siano miopi i genovesi che quotidianamente passano da Borgo Incrociati, e neppure il consigliere di Alleanza Nazionale a Tursi Aldo Praticò. «In quel tratto del Bisagno gli alberi e le piante sono talmente alti da raggiungere il livello della strada - dice -. Dobbiamo forse aspettare che arrivi un'alluvione per intervenire? Sappiamo bene che la vegetazione non cresce in pochi giorni, quindi vuol dire che in quel punto sono anni che il Comune non fa nulla». Ciliegina sulla torta, anzi sui cespugli, è ciò che si vede affacciandosi dal ponte che attraversa il torrente. Da un lato, quello nello specifico verso i monti, il greto del Bisagno è lussureggiante e selvaggio, mentre dall'altro, quello verso la Foce è pulito e liscio come un muro. Pochi metri quadrati di ghiaia e pietrisco e neppure un filo d'erba. «Queste sono le assurdità della pubblica amministrazione - tuona Praticò -. Che senso ha pulire una piccolissima parte del letto del torrente, quando a un metro di distanza sembra di essere in un bosco? In caso di forti piogge tutta la vegetazione che invade il greto del Bisagno creerebbe inevitabilmente un tappo. Visto e considerato poi che il verde cittadino dei nostri parchi e giardini è defunto, e questa è una sconfitta dell'assessore Dallorto, e quel poco che resiste è solo merito dei cittadini e dei volontari che si rimboccano le maniche e intervengono, anche nel caso della pulizia del Bisagno non si può aspettare che siano sempre i genovesi a pulire tra topi e immondizia». Sarà il piacere di sguazzare sotto le «fresche frasche», sarà la libertà di saltellare tra un pneumatico e l'altro, fatto sta che le grosse pantegane «made Bisagno» sembrano proprio a casa loro. «Ma guardi lì che schifo - commenta il signor Mario - È impossibile che ogni anno si ripresenti sempre lo stesso spettacolo». E come Mario la pensano anche tutti gli altri passanti, che attraversando il ponte di Borgo Incrociati gettano uno sguardo sul greto del torrente. «Io in casa ho tantissime piante - dice Andreina -. Pensavo di avere un gran pollice verde, ma se guardo questi alberi qua sotto, mi sembra di essere l'ultima tra i giardinieri».

«Presenterò un'interrogazione urgente - continua Praticò - per sapere cosa intende fare il Comune per mettere in sicurezza quel tratto del torrente. Mi auguro che i lavori vengano fatti al più presto possibile, prima che sia troppo tardi». Campa Bisagno, che l'erba cresce.

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