Formigoni a cena col premier: la giunta piatto forte del menù

Il governatore al lavoro sulla nuova squadra del Pirellone. Un puzzle fra i fedelissimi e gli uomini della maggioranza

Cena romana per Roberto Formigoni ospite del premier Silvio Berlusconi. Una lunga chiacchierata con due piatti forti: il federalismo e la nuova giunta per il quarto mandato. Un puzzle che deve incastrare le pressioni leghiste - di cui Umberto Bossi non ha certo fatto segreto con il premier - e i punti fermi fissati dal presidente. Al termine dell’incontro il commento di Formigoni: «Il vero motore delle riforme a partire dal federalismo è Silvio Berlusconi. L’analisi del voto nel Paese gli ha dato il mandato per realizzare il cambiamento di cui questo Paese ha bisogno. Con l’aiuto e l’appoggio della Lega». Via libera anche per la formazione della giunta. «Berlusconi - racconta il governatore - mi ha dato ampio mandato. Ci rivedremo la prossima settimana».
Per ora tra gli intoccabili sono i fedelissimi del presidente: Raffaele Cattaneo forse alle Infrastrutture, Romano Colozzi già da due legislature assessore al Bilancio e Giulio Boscagli già con delega alla Famiglia. Forse fuori Massimo Ponzoni, indagato per bancarotta fraudolenta dalla procura di Monza. Sul suo ex assessorato (l’Ambiente) ha messo gli occhi la signora delle Farfalle, Patricia Kieran.
La Lega non molla sul Territorio, con Davide Boni e sulla Sanità, con Luciano Bresciani. E scalpita per ottenere altre tre poltrone. Praticamente certo l’ingresso in giunta di Monica Rizzi che in questa tornata elettorale ha «ceduto» il suo collegio (Brescia) a Renzo Bossi. Il figlio del Senatùr è un altro possibile candidato per una poltrona in quota Carroccio. Pronto a entrare nella squadra di Formigoni, con la carica di vicepresidente della Regione, anche Andrea Gibelli, presidente della commissione Attività produttive della Camera. Per lui non è escluso l’assessorato all’Industria che tuttavia Romano La Russa punta a tenersi stretto. L’area An spinge anche per Luca Ferrazzi, rimasto fuori per soli cento voti nel collegio di Varese. Il Carroccio mira anche ad ottenere la presidenza del Consiglio lombardo, per cui ha avanzato il nome di Stefano Galli, già in consiglio regionale. In corsa per il toto-nomine anche Stefano Maullu che metterà sulla bilancia i suoi 17.400 voti, Franco Nicoli Cristiani, il brianzolo Stefano Carugo e Domenico Zambetti (Nuova Dc). In bilico il posto in giunta di Massimo Buscemi. Combattuto tra la Lombardia e Roma, Gian Carlo Abelli a cui spetta il compito di aprire la prima seduta del nuovo consiglio regionale in qualità di consigliere più anziano. Il braccio destro di Formigoni è ancora incerto tra un ritorno in Regione o il seggio in parlamento.
Il presidente lombardo oggi sarà ancora a Roma per proseguire i suoi incontri istituzionali con i ministri.

Ieri, prima della cena con Berlusconi, Formigoni ha preso parte all’ufficio di presidenza del Pdl. Sul tema federalismo, la linea formigoniana e quella leghista vanno di pari passo: «Avanti tutta con le riforme». E la Lombardia riconferma il suo ruolo di apripista.

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