Formigoni: non prometto sogni ma dodici certezze contro la crisi

Il governatore lombardo ha presentato il suo programma elettorale Seicento progetti, dalla sanità alla bellezza, per il futuro della regione

Il programma elettorale di Roberto Formigoni non si limita a qualche foglio A4 tenuto insieme da due graffette. È un volume di 135 pagine stampato a colori su carta patinata e rilegato. Contiene la bellezza di 600 idee, suddivise in 12 capitoli, da realizzare durante i prossimi cinque anni. Si va dalla casa alla sanità, dalla scuola alle infrastrutture. Non è un libro dei sogni, ma un puzzle di proposte che sarà montato, pezzo dopo pezzo, durante il quarto mandato.
«È un programma fatto di cose concrete - spiega Formigoni, che snocciola le sue proposte dalla sede della fondazione Catella -. Il programma del 2005 lo abbiamo realizzato al 99 per cento, lo stesso per quello del 2000 e del 1995. Lo stesso faremo con questo».
Nel librone, ogni proposta è affiancata da una scheda che riassume quanto già fatto negli anni scorsi, quali leggi sono state approvate a riguardo e quanti soldi sono stati investiti nel singolo settore. Dalla qualità dell’aria alla banda larga, dalla sicurezza urbana alle attività turistiche.
Fra gli obiettivi annunciati ci sono la costruzione della Cittadella della salute, che riunirà Besta, Istituto dei tumori e Sacco, e di due grandi ospedali dei bambini a Milano e Varese. Si annuncia un servizio ferroviario «di cui - assicura Formigoni - i pendolari si potranno dire soddisfatti» e un progetto di housing sociale a cui parteciperanno anche i privati con un sistema di accreditamento come avviene in sanità. Verrà sviluppato il concetto, caro a Formigoni, della bellezza, con più parchi, un’energia pulita, bonifiche. Tra le righe si intuisce come sarà la nuova Lombardia: una regione che punta dritta dritta a uscire dalla crisi e a ripartire.
«Se guardate i programmi presentati dai miei competitors - sottolinea Formigoni - capite perché noi vinciamo e loro perdono. Non c’è paragone. Quelle paginette sono intrise di pessimismo, presunto declino. Noi invece siamo in sintonia con la forza dei nostri cittadini». Per scrivere il programma, Formigoni ha infatti chiesto una mano diretta ai lombardi. Li ha incoraggiati più volte a scrivere mail, inviare sms dal cellulare e scrivere lettere con le loro proposte. Ed è probabile che chi ha spedito un suggerimento se lo trovi tradotto in una voce del programma formigoniano che, da oggi, sarà pubblicato sul sito del presidente e su quello dei partiti che lo sostengono. Non a caso, Formigoni ha scelto
A fianco di Formigoni, durante la presentazione del volume che guiderà il lavoro dei prossimi anni, anche Guido Podestà, coordinatore regionale del Pdl, e il leghista Andrea Gibelli, presidente della commissione alle Attività produttive della Camera. «Penati - sostiene Podestà, anche in qualità di attuale presidente della Provincia - come eredità ha lasciato solo situazioni a dir poco problematiche». Come a dire: che non faccia la stessa cosa in Regione. Gibelli, che parla a nome della Lega, sostiene che la Lombardia «sarà il laboratorio della politica del federalismo. Qui si è già dimostrata la capacità di una buona amministrazione, vogliamo dallo Stato più libertà».

La parola chiave del super programma, il motto (o, come piace dire al presidente, il claim) è «innovazione e apertura». «Innovare - spiega lui - perché le gerarchie del mondo stanno cambiando e aprirsi con fiducia e con coraggio perché sono i nostri stessi concittadini a chiederlo».

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