La furia dei tassisti travolge anche Mussi

Ancora disagi nelle grandi città per il quinto giorno di scioperi selvaggi

da Milano

La rabbia dei tassisti, che nei giorni scorsi aveva sfiorato Fassino, all’aeroporto di Caselle, e il sindaco Iervolino, nelle strade di Napoli, ha travolto, nel primo pomeriggio di ieri, il ministro dell’Università Fabio Mussi. Se infatti il segretario dei Ds e la prima cittadina partenopea se la sono cavata con qualche insulto, il ministro si è visto danneggiare a calci e pugni l’auto che lo trasportava verso Palazzo Chigi. E quando ha aperto la portiera è stato violentemente strattonato. È comunque riuscito a riparare all’interno di Montecitorio dove, una volta al sicuro, ha raccontato in modo concitato al collega Carlo Leoni: «Hanno assalito la mia auto». Quando la notizia si è diffusa ha ricevuto la comprensibile solidarietà di maggioranza e opposizione. Il primo a esprimerla, «a nome di tutte le forze della Cdl», è stato Gianfranco Fini che però ha precisato che «è necessario capire anche le ragioni di chi protesta». Ha condannato l’aggressione anche Lorenzo Bittarelli, presidente dell’Unione radiotaxi italiana.
Questo l’episodio più grave tra i molti che hanno caratterizzato la quinta e più convulsa giornata della protesta dei tassisti. Molti di loro hanno iniziato la marcia su Roma prima che sorgesse l'alba. Piccoli gruppetti di taxi che si sono avvicinati alla capitale alla spicciolata. Solo all'interno delle vie dell'Urbe hanno iniziato a trasformarsi in serpentoni che hanno avvolto con le loro spire il Circo Massimo. Le auto non erano le quarantamila promesse da tutta Italia. A migliaia hanno comunque raggiunto il centro riuscendo a paralizzare la città con un carosello a passo d’uomo.
La situazione è peggiorata ulteriormente quando le auto bianche hanno abbandonato la loro «linea Maginot» al Circo Massimo per passare all’offensiva dirigendosi verso Montecitorio. La loro marcia si è trasformata in una caccia alle vetture a noleggio. Molte sono state bloccate dai manifestanti che occupavano piazza Colonna. Calci, pugni e insulti sono volati ogni volta che una macchina arrivava nei paraggi di Palazzo Chigi, due conducenti sono stati aggrediti. Proprio in occasione di uno di questi tafferugli è stato colpito un fotografo del Corriere della Sera. Uno schiaffo, qualche calcio e bottigliate (di plastica) sul collo. Del resto sin dalle prime ore di ieri mattina il corteo di tassisti si è dimostrato ostile alla stampa: «Dite solo bugie». Se le tensioni più forti si sono verificate nella capitale la situazione non si è normalizzata in nessuna delle grandi città.
A Milano poche sparute corse, centralini inattivi ma nessun blocco. Alla questura risultano solo due piccoli presidi, a Linate e in stazione Centrale, con i conducenti che non caricano clienti, se non qualche anziano o invalido. Il prefetto, Gian Valerio Lombardi, ha annunciato che «se richiesto, segnalerà al governo le aree della provincia e il numero di conducenti di auto necessario per assicurare il servizio essenziale». Una scelta inevitabile se il presidente del Consiglio agirà secondo le indicazioni della Commissione di garanzia sull’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici che ha messo in moto la procedura di richiesta di precettazione. Il presidente della Provincia Filippo Penati, ha invece avuto un lungo e imprevisto incontro all'aeroporto di Linate con una nutrita delegazione di tassisti. L’amministratore diessino era appena sbarcato quando i numerosi autisti che presidiano Linate lo hanno accolto a suon di fischi e di applausi ironici. Penati è riuscito a calmarli, quindi la contestazione si è trasformata in un confronto.
Un altro dei nodi caldi della protesta resta Genova. Circa duecento tassisti si sono radunati alle 18 in piazza De Marini nei pressi della Sopraelevata e hanno dato vita ad una manifestazione che si è conclusa presso la sede della Rai, in corso Europa. Il corteo di auto lungo circa un chilometro e mezzo ha comunque lasciato libere le corsie riservate ai bus per consentire il transito di ambulanze e altri mezzi di soccorso.
Taxi fermi ieri anche a Torino e presidio a Caselle da parte di 150 autisti che con le relative macchine hanno bloccato l'accesso all'aeroporto. E dopo un esposto della la Cpd (Consulta per le persone in difficoltà) la Procura di Torino aprirà un fascicolo di indagine sulle modalità con le quali i tassisti stanno conducendo la loro protesta.


Ieri in tarda serata, finalmente una buona notizia: grazie alla mediazione di Gianni Alemanno (An) l’assemblea dei tassisti al Circo Massimo di Roma ha confermato lo sciopero nazionale dell’11 luglio ma ha deciso di sospendere le agitazioni.

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