Il futuro del legno in una «Carta»

Bruxelles: «Nuove norme entro fine anno». Nicoletta Azzi al vertice di Assopannelli

Antonio Risolo

Venezia Nasce la Carta di Venezia per «L'industria del pannello a base legno e l'economia circolare». È stata presentata in occasione dell'assemblea annuale della European Panel Federation il cui presidente, Paolo Fantoni, l'ha poi sottoposta all'onorevole Simona Bonafè, membro della Commissione Ue per l'Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare.

Quattro i punti fondamentali in 13 proposte concrete a favore di un'industria europea dei pannelli sempre più votata all'economia green. La struttura della «Carta», illustrata da Paolo Fantoni, è un vero e proprio pacchetto sull'economia circolare.

«Con la Carta di Venezia intendiamo proporre al Parlamento europeo questioni fondamentali per garantire crescita e prosperità a un settore che occupa oltre 100mila addetti e raggiunge un giro di affari superiore ai 22 miliardi di euro», il primo commento di Paolo Fantoni.

Che spiega: «Il legno è in prima fila in questo pacchetto. Voglio ricordare, tra l'altro, che l'Italia è leader mondiale nello sviluppo delle tecnologie per il riciclo e il riutilizzo del legno. Siamo i primi, infatti, a produrre pannelli con materiale di riciclo al 100%. Ragion per cui - continua Paolo Fantoni - le logiche dell'economia circolare diventano premianti per un settore che, tranne nel nord Europa, che fatica a reperire la materia prima. Abbiamo sentito parole importanti dall'onorevole Bonafè e dal commissario Ue, il maltese Karmenu Vella. Che stanno supportando la nostra esigenza primaria: segnalare la possibilità di inserire l'uso a cascata del legno come elemento che deve guidare le politiche industriali del settore nei prossimi anni».

Il che significa che bisogna fermare quel mercato selvaggio che passa direttamente dalla rottamazione al forno inceneritore.

«In effetti bruciare il legno dismesso - aggiunge Fantoni - dovrebbe essere l'ultimo passaggio dopo la varie fasi del riciclo. Come del resto avviene già nelle Fiandre, dove i sussidi a sostegno del riciclo sono importanti. In quel Paese si è arrivati a una logica matura che prevede la combustione finale come ultima ratio. In ogni caso il pacchetto, come ha sottolineato l'onorevole Bonafè, dovrebbe avere il via libera dall'Ue entro la fine dell'anno. Vorrei ricordare che in Europa abbiamo già registrato una perdita di 10 milioni di metri cubi di pannello».

E con queste prerogative si potrebbe mettere a rischio l'intero sistema del mobile italiano.

«Vero - conclude Fantoni - sarebbe un altro sacrificio che l'Italia non può permettersi. Come inutile è il grande sacrificio cui siamo costretti dalle sanzioni contro la Russia. Sarò monotono, ma sono sempre più convinto che tutto l'Occidente si autoflagelli con sanzioni su prodotti maturi. Faccio un esempio: se in Russia non esportiamo mele, pere o altro, è scontano che questa merce i russi vanno a prendersela da qualche altra parte. Che altro senso ha se non quello di danneggiare seriamente le nostre aziende?».

Intanto a Venezia si è svolta anche l'assemblea di Assopannelli: il nuovo presidente, che succede proprio a Paolo Fantoni, è Nicoletta Azzi, imprenditrice mantovana, laurea in Economia e Commercio, ad della Panguaneta di Sabbioneta, azienda di famiglia fondata nel '60 e specializzata nella produzione di pannelli compensati. Azzi fa parte della giunta di FederlegnoArredo, della giunta di Confindustria Mantova ed è vicepresidente Pro Populus (Bruxelles): «Sarà una presidenza all'insegna della continuità - dice la neo presidente - soprattutto sulle questioni aperte e portate avanti dal mio predecessore: sviluppo della pioppicoltura nazionale, incentivazione del prelievo boschivo, uso a cascata del legno. Con l'obiettivo di arrivare all'autonomia globale tenuto conto che oggi importiamo circa il 40% di materia prima.

Ma affronterò nuovi temi che toccano da vicino i gruppi Truciolati, Compensati e Semilavorati, ma anche la stesura del regolamento End of waste, nuove strategie sulla pioppicoltura, eliminazione dei dazi sui nostri prodotti, sviluppo e diffusione del marchio 100% Poplar made in Italy. E, naturalmente, internazionalizzazione».

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