Le evoluzioni tecnologiche sono molte, poche invece le rivoluzioni. L'Internet delle cose è una di queste. A crederlo sono alcuni profeti come Mark Weiser del Palo Alto Research Institute, Carlo Ratti del Senseable City Lab dell'MIT di Boston e Rob van Kranenburg, teorico dei nuovi media. Da loro emerge infatti l'affascinante scenario di un mondo dove miliardi di sensori dialogheranno tra loro via Internet. Se oggi, infatti, a collegarsi al web sono principalmente i computer e gli smartphone, domani ci saranno anche semafori, stazioni meteo, edifici, automobili, i prodotti a scaffale di un supermercato e molti altri oggetti. Una svolta copernicana.
Ogni singolo elemento sarà riconoscibile in modo univoco, dialogherà con altri componenti della rete, scambiando informazioni. Qualche esempio ci aiuterà a comprendere meglio la portata di questa innovazione. La spesa al supermercato sarà rapida e veloce, basterà mettere nel carrello i prodotti che vogliamo acquistare e passare da un varco automatizzato, nessuna coda per pagare. Grazie ai sensori presenti sulle etichette e alle tecnologie wireless, i nostri acquisti verranno analizzati in modo automatico e il pagamento avverrà direttamente in forma elettronica sul nostro conto bancario. Accarezzando l'idea di un futuro, tutt'altro che remoto, i sensori saranno presenti addirittura nelle medicine, piccoli come granelli, e in grado di fornirci informazioni sui dosaggi o addirittura su eventuali interazioni con altri farmaci.
Altre applicazioni già attualmente disponibili sono state recentemente illustrate da Reply, società all'avanguardia in questo campo. Grazie al lavoro svolto da 180 ingegneri provenienti dall'ex centro di ricerca Motorola assorbito dal gruppo nel 2009, l'azienda torinese ha messo a punto Hi Reply, una vera e propria piattaforma per far collegare e dialogare tra loro oggetti diversi. È costituita da un connubio di componenti hardware e software distribuiti sugli oggetti stessi, che variano da semplici sensori ed attuatori a sistemi più sofisticati quali smartphone e minicomputer. Gli oggetti possono così diventare «smart», assumendo la capacità di esporsi gli uni agli altri, con tecnologie standard e acquisendo un insieme di funzionalità di base necessarie al loro funzionamento.
Le declinazioni rese possibili da questa soluzione sono diverse come «Hi Life» che permette a uno specchio di trasformarsi in un centro di wellness, suggerendo, a seconda del peso misurato con una bilancia wireless, la dieta da seguire durante la giornata e gli esercizi da completare per tenersi in forma. Toccando lo specchio si possono anche inviare messaggi, leggere notizie e conoscere le previsioni del tempo. Con «Hi Car »invece sono i sensori dell'auto a informarci su quando è necessario fare il tagliando o sul modo di guida migliore per risparmiare carburante. «Vogliamo diventare leader in questo settore, integrando cultura, competenza e pro attività - spiega Mario Rizzante, presidente di Reply -. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare nuove nicchie di competenze e nuovi asset basati su piattaforme, moduli o servizi con cui costruire applicazioni verticali specifiche», precisa Rizzante. Il mercato dell'IoT (Internet of things) vale solo in Italia oltre 1,8 miliardi di euro con una crescita prevista del 10% nel 2012, mentre le soluzioni M2M (machine to machine), che servono per far dialogare i diversi oggetti via internet, varrà oltre 213 miliardi di euro entro il 2013. Un business che cambierà il nostro modo di vivere e agire e nel quale privacy e sicurezza sono due delle incognite da risolvere. Il controllo di quest'enorme quantità di dati generati dai nostri smartphone, dalle nostre auto, dai miliardi di sensori collegati alla rete (saranno 50 miliardi nel 2020), richiede nuovi paradigmi e regole certe, tutte ancora da scrivere.
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