Deauville - Stati Uniti e Francia continueranno a lavorare insieme "per concludere il lavoro in Libia". Lo hanno annunciato i due leader, Obama e Sarkozy, in una dichiarazione congiunta al G8 di Deauville. Entrambi i Paesi concordano nel volerla fare finita con il regime di Muammar Gheddafi: lo ha affermato il presidente americano Barack Obama al termine dei colloqui bilaterali avuti con l’omologo francese, Nicolas Sarkozy, a margine del lavori per l’ultima giornata del Vertice del G8 a Deauville, in Normandia. "Il leader libico Muammar Gheddafi ha "perso ogni legittimità", si legge in una nuova bozza di risoluzione del vertice.
Sarkozy spinge per un maggiore intervento "C'è perfetta unanimità sull'intensificazione dell'intervento militare in Libia" per proteggere i civili dalla forze di Muammar Gheddafi, che "pagherà le conseguenze" di non lasciare il potere, ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy, spiegando che le forze alleate intendono intensificare l'impegno nel Paese. Non ha tuttavia spiegato in che maniera. Poco prima Francia e Regno Unito hanno annunciato di essere pronti a fornire elicotteri da attacco Apache a sostegno delle operazioni nel Paese. "Andremo con Alain Juppè a Bengasi al momento debito", ha sottolineato Sarkozy, "ma auspichiamo che si possa fare una visita di lavoro incontrando coloro che vogliono costruire la Libia di domani. Dovrebbe essere una iniziativa franco-britannica, ma per una serie di ragioni non abbiamo fissato ancora la data".
Berlusconi: "Il regime implode" "L’opinione di tutti è che questo attuale regime libico stia implodendo. La Nato ha chiesto un prolungarsi delle operazioni per una nuova risoluzione del Consiglio sicurezza Onu per altri 90 giorni. C’è la convinzione che bisogna continuare con decisione per arrivare ad una completa democrazia". Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una conferenza stampa al termine del G8: "È convinzione della comunità internazionale che Gheddafi non possa più restare in Libia. C’è la possibilità di trovare una soluzione per un accordo con lui e la sua famiglia oppure una soluzione senza accordo", conclude il Cavaliere.
L'accusa della Nato "Un rapporto di oggi parla di una zona di Misurata minata con 80 mine antiuomo dalle forze pro Gheddafi". Lo ha dichiarato il generale Charles Bouchard, comandante dell’operazione Nato Unified Protector. "Questo avviene - ha aggiunto Bouchard - contravvenendo a tutte le leggi internazionali. La Nato sta cercando di identificate il campo". Non sarà un team Nato a disinnescare le mine, spiega Bouchard, "perchè non ci sono forze a terra, cone previsto dal mandato. Le mine trovate in mare - ha spiegato - sono state disinnescate da team operanti sotto la bandiera della Nato".
Fondi per la transizione democratica nel Nord Africa I leader del G8 sosterranno quindi la Primavera araba e il processo di riforme che, a partire da Tunisia ed Egitto, è già iniziato nei paesi nordafricani che hanno già scardinato i loro regimi e imboccato la strada della democrazia. I leader metteranno a disposizione della transizione democratica dell’area 20 miliardi di dollari. Nel comunicato finale che verrà adottato dal G8 nella seconda giornata del summit gli Otto hanno dato il via ufficialmente a uno schema di azione nella forma di un "partenariato" per un fondo di transizione ad hoc per sostenere le immediate esigenze finanziarie di questi paesi. Il Fondo monetario internazionale ha già annunciato di poter arrivare a uno stanziamento di 35 miliardi di dollari per l’iniziativa mentre e la Banca mondiale che si è già detta pronta a sbloccare 6 miliardi di dollari di finanziamenti per l’Egitto e la Tunisia. Per quanto rigurda l’Unione europea sarà la Bers a fornire il braccio operativo ma solo nel momento in cui la banca londinese riuscirà a modificare il suo statuto allargando i prestiti anche a NordAfrica e Medio Oriente. La Bers si è già detta comunque pronta a mettere in campo 3,5 miliardi di dollari nella regione. La Gran Bretagna poi è già uscita allo scoperto e proprio oggi a Deauville ha annunciato uno stanziamento straordinario per 100 milioni di sterline, circa 130 milioni di euro, a sostegno delle riforme nei paesi arabi in transizione democratica. Da parte loro gli Stati Uniti ridurranno il debito dell’Egitto di un miliardo di dollari, offriranno garanzie per un miliardo di dollari per facilitare il ritorno sui mercati del Paese e metteranno a disposizione 2 miliardi di dollari di garanzie per partnership pubblico-private nel Paese.
Tunisia ed Egitto hanno comunque già avanzato le loro richieste all’Occidente: per il Cairo il sostegno si concretizza in 12 miliardi di dollari in entro il 2012, mentre per Tunisi la richiesta è di 25 miliardi in 5 anni. La Costa d’Avorio intanto ha annunciato di aver bisogno di 15-20 miliardi di euro per i prossimi cinque anni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.