«Non si può morire così...». La gente che affolla la piazza di Città Studi, scuote la testa sconsolata. Ieri, ore 10, piazza Gobetti 8. In strada ci sono un paio di ambulanze, un mezzo dei vigili del fuoco, uno dell’Aem e qualche volante della polizia. Tutti hanno il naso per aria, la sguardo vaga dagli ultimi piani del palazzo al lugubre carro mortuario dell’obitorio appostato da ore davanti all’entrata principale. Sì, il monossido di carbonio ha colpito ancora: un salernitano di 46 anni, Alfonso Sabba e la sua compagna, Katarzyna Loskot, 45enne polacca, sono stati trovati senza vita in un appartamento al primo piano, una delle 18 abitazioni distribuite su sei piani di questo stabile; una 74enne residente al quarto piano è stata ricoverata in gravi condizioni alla clinica Città Studi e da lì portata subito dopo (le sue condizioni si sono aggravate) nella camera iperbarica dell’ospedale Niguarda dov’è stata raggiunta altri due giovani residenti nello stabile, una 28enne e un 30enne, anche loro intossicati.
La prima chiamata da piazza Gobetti al 118 ieri mattina è arrivata alle 6.25 da due giovani residenti al terzo piano svegliatisi in preda a fortissimi dolori di stomaco. Sul posto è arrivata subito un’ambulanza, quindi una seconda chiamata alle 8.25 e, a quel punto, gli operatori del 118 hanno deciso di far scattare il codice per le maxi emergenze: era chiaro che era accaduto qualcosa che coinvolgeva tutto o gran parte lo stabile e, dai sintomi, non poteva che trattarsi di una fuga di monossido di carbonio.
Sul posto, infatti, i soccorritori, oltre ai giovani che avevano telefonato per primi e che stavano male ma non avevano ancora perso i sensi, con l’aiuto dei vigili del fuoco entrati con le scale di emergenza nei vari appartamenti per accertarsi delle condizioni dei residenti, avevano rinvenuto i cadaveri della coppia residente al primo piano, l’anziana intossicata (una parente l’aveva già accompagnata alla clinica Città Studi, ndr) e altre due donne in preda a disturbi più lievi ma riconducibili al monossido e quindi portate per precauzione al San Raffaele.
Secondo le indagini della polizia e dei vigili del fuoco, a causare questa tragedia potrebbe essere stato un problema al circuito di aerazione del palazzo: nel dettaglio l’ostruzione delle canne fumarie all’ultimo piano avrebbe fatto tornare in circolo il monossido.
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