Gaza, torna il clima da guerra civile spari tra poliziotti di Fatah e Hamas

I coetanei delle giovani vittime contro «le faide degli adulti». Abu Mazen vuole annunciare elezioni anticipate

Fausto Biloslavo

Nella striscia di Gaza i poliziotti palestinesi fedeli al presidente Abu Mazen e al primo ministro di Hamas si sparano addosso. Pure i bambini scendono in piazza, bruciando copertoni e bloccando il traffico, ma per dire «basta» al caos provocato dagli adulti.
La situazione sta precipitando, dopo il brutale assassinio dei tre figli di un alto ufficiale della sicurezza palestinese fedele ad Abu Mazen. Il presidente ha ordinato ieri alle forze di polizia lealiste di schierarsi nei punti nevralgici della Striscia per evitare altre faide intestine. Il risultato è stato l’opposto, tenendo conto che la cosiddetta Forza ausiliaria, la polizia di Hamas messa in piedi dal ministro degli Interni ha reagito rafforzando le proprie posizioni. A Khan Younis, una delle zone calde nella parte meridionale della Striscia, sono scoppiate sparatorie fra poliziotti delle opposte fazioni. Almeno due agenti sono rimasti feriti, ma la reazione più eclatante alla strage degli innocenti di lunedì è venuta proprio dai coetanei delle vittime. Per tutto il giorno gruppi di bambini hanno sfilato sul luogo dell’imboscata fermandosi per una preghiera. A un certo punto un gruppo di giovanissimi ha inscenato una manifestazione bloccando alcune strade e bruciando dei copertoni in segno di protesta per il caos che sta dilagando. Ragazzini di 12 anni accusavano gli adulti di fregarsene dei loro bisogni, perché troppo occupati nelle faide intestine per il potere.
Gaza sta diventando un inferno per la gente normale e gli estremisti soffiano sul fuoco. Ieri cinque razzi Qassam sono stati lanciati dalla Striscia verso la città israeliana di Sderot. Per fortuna i razzi sono esplosi in zone disabitate, ma si tratta dell’ennesima violazione della tregua concordata dal premier israeliano Ehud Olmert e dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. I responsabili degli attacchi potrebbero essere attivisti della Jihad islamica, un altro gruppo estremista palestinese che con queste azioni punta ad aumentare la tensione.
Nessuno ha rivendicato la strage degli innocenti, ma un alto dirigente di Fatah, Hussein al Sheikh, continua a puntare il dito contro Hamas. «È ovvio che dietro gli omicidi ci sono individui molto vicini ad Hamas, a dire poco. Consideriamo direttamente responsabili il governo e il ministero degli Interni», ha accusato Sheikh.
La replica di Hamas è arrivata da un deputato del movimento integralista, Mushir al Masri: «Sembra proprio che alcuni capi di Fatah intendano sfruttare il sangue di bimbi innocenti per guadagnarsi vantaggi politici».

Sabato prossimo il presidente Abu Mazen dovrebbe annunciare l’intenzione di indire elezioni anticipate, ma senza indicare una data precisa, lasciando così aperto uno spiraglio a un governo di unità nazionale, per tentare di fermare la guerra civile.

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