Un gesto spontaneo e imprevisto - soprattutto quando a farlo è qualcuno che di solito programma con minuzia ogni momento della propria giornata - ha sempre un effetto positivo e non solo dal punto di vista strettamente mediatico. Così quando ieri, dopo la chiusura della manifestazione al Palalido con cui è stata aperta la campagna elettorale del Pdl, lintero quartier generale di Alleanza nazionale ha fatto rotta su piazza San Babila per una visita al gazebo del Partito delle libertà dato alle fiamme laltra notte, sono stati in molti a restare piacevolmente sorpresi. In realtà il primo ad arrivare al gazebo bruciato, intorno alle 13.30, è stato il capitano dellesercito Gianfranco Paglia, rimasto gravemente ferito in Somalia nel luglio 1993 e medaglia doro al valor militare. Giubbotto marrone di pelle pieno di stemmi, lex paracadutista ora candidato della Pdl, si muove in carrozzella e ha preceduto di una manciata di minuti il presidente nazionale di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, la deputata al Parlamento di An Cristiana Muscardini, il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa, il portavoce del partito Andrea Ronchi e il vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato.
Il rogo di piazza San Babila, avvenuto allalba di ieri (erano le 4.20 quando sul posto sono giunti i vigili del fuoco e la polizia) è il secondo gesto di questo tipo nel giro di tre giorni. Giovedì, infatti, a bruciare era stato laltro gazebo della Pdl, quello di piazza Oberdan. Che ieri allalba è stato nuovamente preso di mira da ignoti: armati di bombolette i vandali hanno riempito di scritte la struttura con cui era stata sostituita quella data alle fiamme. In tutte e due gli incendi sono andati bruciati volantini e altro materiale custodito allinterno, oltre a sedie e tavolini. Su entrambe le vicende indaga la Digos: gli investigatori starebbero analizzando i filmati delle telecamere del Comune che avrebbero ripreso gli autori dellincendio di piazza San Babila.
«Un atto vandalico, un episodio di teppismo politico, un segnale che conferma che cè chi ancora non si arrende alla necessità di concepire la politica come dialogo, anche confronto serrato ma rispettoso. Sono nostalgici degli anni di piombo, ruderi di un tempo che è passato e che qualcuno non vuole archiviare» ha commentato Fini durante la visita al gazebo. E ha concluso: «I toni di questa campagna elettorale sono morbidi.
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