«Generali? È bene che resti indipendente»

Per la compagnia tedesca utili raddoppiati a 4,4 miliardi. I ricavi superano la soglia dei 100 miliardi

Angelo Allegri

nostro inviato a Monaco

«Di Generali siamo concorrenti. E pensiamo che sia bene che resti indipendente. Da parte nostra non c’è nessuna minaccia alla compagnia di Trieste». Nel giorno della presentazione dei conti di Allianz, primo assicuratore europeo, a Monaco di Baviera si parla di Italia. E Paul Achleitner, numero due del gruppo tedesco e stratega delle operazioni finanziarie, non si tira indietro. Lancia segnali di pace verso il Leone e allo stesso tempo fa capire che il suo gruppo non potrebbe restare indifferente a una rivoluzione delle forze in campo sullo scenario europeo. Rivoluzione magari legata a un’offerta ostile di Axa sul gruppo italiano. Che la penisola, del resto, sia per Allianz sempre più importante è dimostrato dall’ingresso dei tedeschi (con il 3%) nella nuova Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti. «Pensiamo che l’iniziativa avrà successo e vogliamo allargare il nostro network europeo», spiega Achleitner. Poi c’è la quotazione a Piazza Affari. «Allianz sarà quotata a Milano il giorno dopo la chiusura della fusione con Ras». Il processo, dice Achleitner, procede come previsto. Il 28 marzo inizieranno i negoziati per la rappresentanza dei lavoratori nel nuovo consiglio di sorveglianza, un adempimento previsto dalla formula della «Società Europea», nuova forma giuridica del gruppo. Non costituiscono invece una preoccupazione le denunce presentate in Germania da 11 azionisti («rappresentano 59 azioni sui 406 milioni totali del gruppo») che contestano l’esito delle assemblee che hanno dato via libera alla fusione. «Tutto dovrebbe essere concluso per settembre. Per la Borsa di Milano pensiamo al mese di ottobre», conclude Achleitner. In tutto l’acquisizione delle quote di minoranza di Ras finirà per valere 5,9 miliardi. Circa 2,7 miliardi è quanto versato ai soci della compagnia italiana che hanno preferito essere liquidati in contanti. Il resto è rappresentato dal valore delle azioni per cui è stato chiesto il concambio.
Per la struttura di Allianz nella penisola non dovrebbero esserci variazioni a brevissimo termine: «Abbiamo due compagnie, Ras e Lloyd Adriatico, ognuna delle quali ha un brand forte e distinte reti distributive. Pensiamo che siano i vertici italiani, Enrico Tomaso Cucchiani e Paolo Vagnone, a dover dirci quale potrà essere l’organizzazione ideale per il futuro». Positivo l’andamento della collaborazione di bancassicurazione con Unicredit. «C’è un rapporto solido non solo in Italia ma anche in sei Paesi dell’Europa centro orientale e non escludiamo sviluppi».
Quanto ai risultati del gruppo il numero uno Michael Diekmann ha annunciato il raddoppio dell’utile netto passato a 4,4 miliardi di euro, con un aumento dell’utile operativo del 13% a 7,7 miliardi. A frenare la corsa del colosso tedesco non sono bastati gli uragani negli Usa (non solo Katrina, ma anche Rita e Wilma) e una serie di inondazioni nell’Europa centro orientale che nel complesso hanno pesato per 1,1 miliardi di euro. L’ammontare dei ricavi della compagnia ha superato per la prima volta la soglia dei 100 miliardi di euro e la capitalizzazione di Borsa si avvicina ai 55 miliardi (per dare un termine di paragone il valore borsistico di Generali, che ha utili netti intorno ai 2 miliardi di euro è di 41 miliardi circa). Diekmann ha annunciato anche di prevedere per l’anno in corso un aumento dei ricavi intorno al 10%.
Risultati positivi ma che sono stati considerati inferiori alle attese dagli analisti. A risentirne è stato il titolo, che ha perso l’1,6% e ha trascinato al ribasso anche il valore di Ras (-1,5%). Il numero della società tedesca ha ribadito che anche in Francia, come in Italia, Allianz ha la volontà di acquisire le quote di minoranza della principale controllata.

«L’obiettivo, come per Ras, è di avere il 100% di Agf. L’operazione va fatta però al momento opportuno. In questo momento la quotazione di Agf è troppo alta e quella di Allianz bassa, i valori di concambio sarebbero assolutamente sbilanciati».

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