Generazione Pog: gli «under 12» alla guerra dei tappi

Arriva dai paradisi hawaiani l’ultima moda in fatto di giochi per bambini: vince chi rovescia con un lancio il maggior numero di dischetti di cartone

Eleonora Barbieri

Timmy Sanders, 9 anni, è già pronto per le gare ufficiali, che cominceranno in estate. Nel frattempo si allena ogni giorno, a scuola e a casa sua, a Montreal e ha quasi completato la sua collezione di Pog: gliene mancano solo 7, che spera di guadagnare a spese di qualche avversario. Un Pog è un disco di soli quattro centimetri e, soprattutto, una mania, che conquista il pubblico di mezzo mondo a ondate successive. Un gioco semplicissimo: basta impilare i Pog e ribaltarne il più possibile, con l'aiuto di una fish detta «kini», una parola che, in hawaiiano, significa re (king in inglese).
I Pog, infatti, sono i discendenti contemporanei (e ora riproposti in una nuova collezione dall'americana Funrise) di un gioco diffuso alle Hawaii alla fine degli anni Venti: allora, al posto di questi dischi dal lato olografico e dai disegni ipermoderni gli abitanti di Maui utilizzavano i tappi di cartone delle bottiglie di latte, i milkcaps. Poi, la ditta di latticini Haleakala Dairy ha applicato il sistema di chiusura ai succhi di frutta Passion Orange Guava, acronimo Pog, appunto. La riscoperta del gioco si deve a una insegnante di Maui la quale, alla vista dei nuovi tappi, si è ricordata dei tempi passati: così nel 1991 Blossom Galbiso, professoressa dal nome floreale (Blossom significa bocciolo) ha introdotto i Pog nella sua classe, dando il via a una moda che ha coinvolto migliaia di ragazzini, soprattutto nei paesi anglosassoni.
Poi, verso la metà degli anni Novanta, i Pog sono scomparsi, fino alla riscoperta avvenuta negli ultimi mesi, in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Francia: Oltralpe, il sito officialpog.fr ha registrato 63mila giocatori in meno di un mese, mentre sulla pagina web ufficiale (pog.funrise.com) è in corso un agguerrito torneo, che decreterà il primo campione on line a fine mese. Gli eredi dei milkcaps sono arrivati anche nelle edicole del nostro paese e si apprestano a entrare in Russia, Israele, Svizzera e Belgio, mentre in Inghilterra si prepara una "caccia al Pogboy" subito dopo Pasqua. Un fenomeno che gioca sulla sfida e sulla voglia di completare la collezione, ognuna composta da 60 dischi diversi e dieci "kini": basta vincere, perché chi riesce a rovesciare un Pog ne entra anche in possesso. «Il segreto è la mira, e poi bisogna stare attenti all'altezza della pila: se i Pog sono troppi è impossibile girarli tutti» spiega Timmy, che già si considera un campione, nonostante giochi soltanto da gennaio, quando un amico gli ha portato uno dei magici dischetti come souvenir dalle Hawaii.
Tanti ragazzini si sono entusiasmati per un gioco che di tecnologico non ha quasi nulla, ma si porta tranquillamente in tasca: a Parigi sta per essere inaugurata una discoteca per gli under 12, con musica e bevande (ovviamente non alcoliche) e, soprattutto, tornei di Pog. Gli adulti, invece, si dedicano all'operazione nostalgia e vanno a caccia di vecchie collezioni su eBay, il mercato di internet: una serie ispirata a Star Trek del 1995 si può trovare anche a dieci dollari, mentre per un set sigillato e originale del '94 la cifra può salire fino a cento.

E anche i vecchi sigilli di cartone diventano preziosi: un signore delle Hawaii, ad esempio ha recuperato 300 tappi originali di cioccolata e latte pastorizzati e li offre a prezzi variabili fra i 5 e i dieci dollari. Fascino vintage ma, forse, un po' delicati, soprattutto per le varianti sportive del gioco, ispirate al baseball, al golf e persino alle arti marziali orientali.

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