Il Genoa club «caro estinto» ha già 20 soci

Paola Balsomini

da Genova

«Ogni domenica, puoi scommetterci, sono comunque tutti lì a seguire il Vecchio Balordo dal quarto anello del Ferraris». Lo slogan fa subito sobbalzare. Ma come? Gli anelli del Ferraris sono tre. Il quarto infatti è dedicato a loro, ai rossoblù defunti, che hanno deciso di iscriversi ad un club del Grifone, anche perché, inutile dire, che di mal di Genoa non possono più morire. Il club infatti si chiama «Grifoni tra le stelle» e in due giorni ha già raggiunto un vero e proprio record: circa venti iscritti, ovviamente dal mondo ultraterreno. «Per mandare la richiesta di adesione - racconta l’ideatore dell’iniziativa, Marco Castagna - basta contattare la rivista del Genoa». E qui le cose si complicano: teoricamente è una bella cosa, praticamente è difficile da realizzare. «Deve farlo un amico, un parente, una persona che ha conosciuto il nuovo socio». C’era da immaginarselo. E poi vai a spiegare ai tifosi della Sampdoria che genoani si nasce e non si diventa. Ma che adesso ci fosse un club anche per defunti non lo sapeva proprio nessuno.
In Italia non era mai accaduto nulla di simile, ma il primato per il Genoa non è certo una novità. «Fino ad ora di iscritti illustri non ne abbiamo nessuno - spiega Castagna - li stiamo aspettando» e gesti scaramantici, qui, sono d’obbligo. Però l’idea sembra destinata a prendere campo: «In realtà questo è il primo esempio al mondo di contenitore di “memoria collettiva”. Sul sito (che sta per essere attivato e si chiamerà www.grifonitralestelle.it-ndr) si trovano racconti su tifosi che hanno legato tanti momenti della loro vita alle vicende del Genoa, magari con una foto e qualche riga che il figlio, o il nipote o un amico, hanno lasciato perché resti un ricordo della persona, un’espressione, un aneddoto, una trasferta, una cabala».


E chi ha detto che anche da lassù il Grifone non possa essere seguito con la stessa passione? «Alcuni sono nella Nord, altri nella Sud, ma sono pieni anche Distinti e Tribune, perché alla fine di una vita intera dedicata alla famiglia e al lavoro è anche giusto concedersi il lusso di un posto a sedere».
Chissà se in questi anni hanno visto le prodezze di Milito, la retrocessione in C o se forse, magari, sapevano già tutto, ovviamente, con largo anticipo?

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