«Il Comune ci ha ingannati: solo promesse, niente soldi»

(...) in particolare dell'Assedil e dell'Ance, avevano denunciato il mancato pagamento delle fatture da parte del Comune di Genova. Solo contando una quarantina di aziende che lavorano regolarmente per l'amministrazione di Palazzo Tursi, il debito accumulato superava i 12 milioni. Cifre altissime, in grado di mettere in ginocchio anche grandi società, e che a maggior ragione potrebbero portare alla chiusura molti piccoli imprenditori quali sono coloro che vantano crediti dal Comune. Allora erano stati ricevuti dall'assessore al Bilancio Franco Miceli, al quale avevano chiesto conto della decisione unilaterale dell'amministrazione di congelare i pagamenti. La scusa era la solita: l'attesa dell'assestamento di Bilancio, cioè la stessa scusa usata per spiegare come mai non fosse ancora stata fatta la derattizzazione in città.
La cosa più grave è però quella accaduta dal momento dell'incontro in poi. Perché l'assessore Miceli aveva assicurato «l'impegno dell'Amministrazione a devolvere a favore del settore quanto sarebbe stato reso disponibile da parte della Regione Liguria». In pratica, appena la Regione metteva a disposizione i soldi, il Comune avrebbe saldato il debito. Una promessa che era stata comunque accolta con moderata soddisfazione da parte degli edili. Questo anche perché, come ricorda il presidente di Assedil Maurizio Senzioni in una lettera inviata proprio ieri al sindaco Marco Doria «il giorno successivo, veniva pubblicata la notizia della firma da parte dell'assessore regionale Pippo Rossetti di un provvedimento volto a sbloccare, attraverso il patto regionale di stabilità, venti milioni di euro a favore del Comune, di cui nove sarebbero stati destinati a pagare le imprese».
A quel punto erano ben due gli assessori al Bilancio che davano ottime notizie alle imprese. Con le loro firme non ci sarebbero stati più problemi. Purtroppo, fa presente Assedil, il tutto è rimasto a livello di parole. «Da successivi approfondimenti, abbiamo purtroppo dovuto constatare che nulla di tutto ciò è vero - fa notare sdegnato Senzioni -. Neppure un centesimo sarà, almeno nel breve periodo, destinato al saldo degli arretrati; le convenzioni bancarie sono scadute e ci vorrà tempo per rinnovarle; l'accollo degli interessi da parte del Comune non trova al momento alcun riscontro; i proventi delle eventuali cessioni immobiliari potranno, forse, realizzarsi nei prossimi mesi».
Insomma, sotto le parole, il nulla. Per questo ora gli edili provano a rivolgersi direttamente al sindaco, nella speranza che magari faccia qualcosa in più rispetto alle promesse dell'assessore. «Pur comprendendo le difficoltà di conciliare i molti impegni che affollano la sua agenda - scrive ancora il presidente di Assedil al sindaco -, ci permettiamo di insistere: riteniamo che la chiusura di oltre 100 imprese solo nell'ultimo anno a Genova e la perdita di più di 1500 posti di lavoro possano meritare qualche minuto della sua attenzione». La stessa drammatica situazione è stata ricordata anche a tutti i capigruppo che siedono in consiglio comunale e ai segretari provinciali dei partiti. Il fatto che il Comune non paghi i suoi debiti, e così facendo porti alla chiusura decine di imprese, non può passare inosservato.

Così come le promesse fatte da due assessori devono essere mantenute. «Il rischio che la tensione sociale, già elevatissima, possa sfociare in problemi di ordine pubblico, cresce di giorno in giorno», fa notare ancora Senzioni.

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