Bormio«Giù le mani dal Genoa». Enrico Preziosi urla tutta la sua rabbia dopo aver letto da alcuni giornali che sarebbe una delle sei persone indagate dalla Procura di Cremona per frode sportiva in merito al derby di due anni fa. La notizia ieri pomeriggio è stata smentita dalla Procura di Genova, che invece ha iscritto nel registro degli indagati Mimmo Criscito, Omar Milanetto, Rodrigo Palacio e Dario Dainelli. L'ipotesi di reato per i quattro ex giocatori rossoblù è frode sportiva. Indagato anche il capo ultrà Massimo Leopizzi. Tale decisione è stata presa in base agli atti contenuti nello stralcio inviato alcuni giorni fa dalla procura di Cremona. I magistrati genovesi non escludono ulteriori iscrizioni per i giocatori di Genoa e a questo punto soprattutto Sampdoria, che avrebbero agito in concorso nella presunta combine, ma confermano che il presidente rossoblù Enrico Preziosi non verrà iscritto nel registro degli indagati. Negli atti della Procura di Cremona il patron del Genoa risulta indagato a causa di una conversazione intercettata tra il capo ultrà Massimo Leopizzi e un'altra persona. In questa telefonata Leopizzi dice che Preziosi gli avrebbe chiesto «di dare una lezione a quel magistrato». Il riferimento è ad Alberto Lari, uno dei due pubblici ministeri che sette anni fa aveva indagato sulla presunta combine tra Genoa e Venezia.
L'iscrizione di Enrico Preziosi da parte della Procura di Cremona sarebbe stata, quindi, un mero atto tecnico per una fattispecie che non configura reato. Ieri mattina però il patron rossoblù, dopo aver letto i giornali e prima che la procura genovese escludesse un suo coinvolgimento nel derby, aveva un diavolo per capello. «Ora basta con le illazioni. In un paese civile se fossi indagato, avrei dovuto ricevere un avviso di garanzia e questo non è mai avvenuto - tuona Preziosi -. Sono arrabbiato con chi scrive cose che servono solo a danneggiare l'immagine del Genoa. Io ho la coscienza pulita. Forse sono una preda facile perché non appartengo a nessuna corrente politica e sono un cane sciolto. Se gli inquirenti hanno bisogno di sentirmi, sono a disposizione. Finora non sono stato mai ascoltato. Giovedì prossimo verrò interrogato dalla procura sportiva (per i fatti di Genoa-Siena, ndr). Trovo scandaloso questo continuo tiro al piccione nei confronti della mia società. Ci sono parecchie squadre che rischiano grosso, mentre noi non abbiamo nulla da temere. Sono tranquillo e sereno. In altre città è successo di peggio. Hanno picchiato i giocatori, hanno interrotto il derby. Qui si vuole fare piazza pulita partendo da Genova. Perché non partiamo da Roma? Perché si parla sempre e solo del Genoa?».
Preziosi non crede alla storia della colletta fatta dai giocatori blucerchiati per aggiustare il derby, ma non capisce perché tra gli indagati non figurino giocatori della Sampdoria, cioè della società che aveva più necessità di vincere quella partita: «Se fosse vero che tredici giocatori della Sampdoria hanno fatto una colletta - cosa a cui non credo - allora i giudici dovrebbero tirare fuori i nomi e le prove. Perché si parla solo del Genoa?». Preziosi è un fiume in piena: «Io cerco di difendere le cose che ho. Fino a quando rappresenterò il Genoa, farò gli interessi della mia società. Ho il Genoa nel cuore. Se domani arriverà qualcuno che darà più garanzie, sarà accolto con rispetto. Il Genoa, però, non andrà mai in mano a dei farlocchi. Trovare persone affidabili oggi è dura, quindi credo che resterò al timone ancora a lungo, anche se sarò meno presente. In futuro potrei rimanere come socio di minoranza». Al termine della sfuriata, Preziosi è andato incontro ai tifosi che volevano farsi fotografare con lui. Ha stretto decine di mani, ha firmato dediche e autografi, si è fatto fotografare con tanti tifosi del Genoa.
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