I soliti sospetti di Zamparini, il fair-play rossoblù

(...) primo merito dell'allenatore rossoblù (e dei suoi uomini, Carlo Regno e Stefano Melandri, una specie di «triangolo di fatto», evoluzione dei Pacs) è già stato quello di aver riportato la serenità in casa genoana. Basta ascoltare i giocatori, basta vedere come fanno gruppo, basta fare il confronto fra «questo» Genoa - pur imperfetto e anche nel primo tempo di domenica col Pescara certo non bello - e il Genoa che abbiamo visto nel resto della stagione, sia con De Canio, sia con Del Neri. E, certo, se il Balla avesse iniziato la stagione, aiutando a fare il mercato (non ha mai scelto un uomo, uno solo) e occupandosi lui della preparazione atletica, non saremmo certamente qui a fare questi discorsi.
Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte e non ci si salva. Ora, il Genoa deve continuare a dare tutto, a partire dal difficilissimo scontro diretto di domani sera a Torino: novanta minuti in cui ci si gioca la stagione. E in cui, a differenza di quello che si sente in giro in città, occorre giocare per vincere. Partire solo per pareggiare è il miglior modo di perdere.
Il punto, però, oggi non è sportivo. La domenica perfetta per il Genoa - con lui che vince e tutte le altre, immediatamente dietro e immediatamente davanti, che perdono - è una bellissima boccata d'ossigeno rossoblù. Ma, appunto, domani è già mercoledì e, soprattutto, è già, di nuovo campionato. Non c'è tempo di festeggiare e si rischia di andare a risbattere.
La storia di oggi è assolutamente umana e sportiva, nel senso che va oltre i tre punti. Perchè è la differenza fra il Genoa del Balla e il Palermo dello Zampa. I due si conoscono bene, tanto che il Balla fu l'unico a rinunciare a un pacco di soldi pur di togliersi lo sfizio di dare al presidente quel che era del presidente. E, soprattutto, di dirgli quello che gli andava detto. In una parola, Ballardini è stato l'unico ad esonerare Zamparini, anzichè essere esonerato da Zamparini.
E questo in qualche modo aiuta a leggere due piccoli fatti successi questa settimana. A partire dalla consegna del «cartellino viola» a Pegli da parte dei tifosi della Fiorentina. Si tratta di un premio nato e cresciuto per riconoscere i gesti di fair play, sempre più rari nel mondo del calcio. E Ballardini è stato scelto quest'anno perchè a Roma, vedendo Osvaldo a terra, è entrato in campo e - a discapito della sua squadra - ha chiesto all'arbitro di interrompere il gioco. Risultato: Balla espulso dall'arbitro Gervasoni e Roma favorita, nonostante il Genoa avesse giocato benissimo, così come contro Milan e Fiorentina.
Insomma, il Balla è il Balla. Ma anche Zampa è Zampa. E, dopo tutte le battute e battutine delle scorse settimane - quasi un contraltare dialettico al secondo portiere del Siena, che forse istruito da Iachini, buttava i palloni in campo durante la partita con la Sampdoria per far perdere tempo - fanno parte di un ben preciso disegno per innervosire gli avversari. Disegno a suo modo, il modo di Zampa, geniale. «Un'altra grande delusione dal punto di vista arbitrale - ha detto ai microfoni di Radio Sportiva il presidente del Palermo, che esterna solitamente tre o quattro volte al giorno - sia per quanto avvenuto contro di noi, che per quello che è successo a Genova, nel secondo e terzo gol del Genoa. La scorsa settimana avevo avvertito i naviganti e invece ieri ho visto quello che non volevo vedere». Mica finita. Perchè Zampa prova a rimediare ai danni che lui stesso ha creato, chiamando ex genoani che avrebbe fatto meglio ad evitare: infatti, se avesse tenuto Sannino per tutta la stagione, mandato via in modo assurdo insieme a Perinetti dopo aver ottenuto due punti in tre partite e la qualificazione in Coppa Italia, anzichè chiamare Gasperini, Lo Monaco e Malesani, non propriamente il meglio in circolazione nel settore, saremmo qui a raccontare un'altra storia.
Insomma, per Zampa la strategia migliore quest'anno sarebbe stata quella della pensione per gli ex rossoblù. Lui, invece, ha continuato nella sua personalissima strategia della tensione: «Penso che in questo momento abbiamo molte più possibilità del Genoa di salvarci. Il Torino è nettamente più forte del Genoa e noi siamo arrabbiati e batteremo l'Udinese con la forza della disperazione».
Ma, possiamo dirlo? Se è vero, come è vero, che il rigore contro il Palermo è stato estremamente generoso, troppo, sembrano surreali le proteste dei rosanero (e pure quelle del Siena) nei confronti del Genoa. Si è dimenticato Zamparini il rigore non dato proprio ai rossoblù a Palermo? Se fosse stato concesso e realizzato, probabilmente saremmo qui a raccontare un'altra storia e nessuno si prenderebbe più la briga di andare a sentire la versione del patron palermitano. E poi il Genoa è stato sfavorito con il Milan, la Roma, la Fiorentina...


Eppure, ricordo cosa disse Ballardini la notte della partita di Torino contro la Juventus, quando Conte si lamentava per un rigore a favore che non c'era, dimenticandosene uno anti-Juve che invece c'era: «Il giorno che mi sentirete parlare male degli arbitri, insultatemi pure. Non è così che educhiamo i ragazzi».
Il Balla ha già vinto.

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