(...) passando per Valentina Lodovini; ha un'importantissima funzione sociale, dato che fare teatro a Sampierdarena è diverso che farlo a De Ferrari (e, da questo punto di vista, è surreale il disimpegno delle fondazioni bancarie, ad eccezione della Compagnia di San Paolo); dà lavoro a più di venti persone, pagando puntualmente stipendi, fornitori e tasse, puntuale come un orologio. Insomma, Pina Rando e Giorgio Gallione, che sono mamma e papà dell'Archivolto, sono un esempio di buona gestione.
Trovo scandaloso che l'assessore alla Cultura del Comune, Carla Sibilla non abbia detto pubblicamente una parola sul rischio di chiusura dell'Archivolto e, anzi, in qualche modo l'abbia auspicata o incoraggiata. Così come trovo scandaloso il silenzio assordante della politica su questa storia, con quattro eccezioni che cito volentierissimo: il circolo Pd di Sampierdarena che ha dedicato al tema un comunicato e un manifesto affisso per le strade della delegazione; il segretario cittadino dell'Udc Massimiliano Tovo, che ha scritto un bel documento che vi proporremo nei prossimi giorni; il senatore ex missino del Pdl Giorgio Bornacin e l'ex assessore di Rifondazione ora di Sel Bruno Pastorino. Insomma, credo che sia difficile trovare due persone più lontane fra loro di Bornacin e Pastorino. Eppure, martedì, fisicamente Bruno e idealmente Giorgio, erano lì.
Ma, ribadisco, è surreale il silenzio di tutti gli altri. Surreale dal punto di vista culturale, dal punto di vista sociale per Sampierdarena, dal punto di vista occupazionale per i posti a rischio e dal punto di vista economico.
Sì, anche economico. Perchè, ha spiegato don Gallo «basterebbe il 4 per cento dei soldi che vanno al Carlo Felice per garantire il Modena». E forse il don esagera, ma siamo lì. Ma anche perchè basta leggere qualche numero per rendersi conto che, se si parla dell'Archivolto come un carrozzone, siamo nei dintorni del surreale. Con una premessa: può essere vero, come spiega sempre il nostro amico Vincenzo Spera, uno che rischia del suo ed è un modello di economia applicata alla cultura, che è sbagliato che il teatro dell'opera e il teatro in generale egemonizzino gli stanziamenti pubblici per lo spettacolo. Mentre, ad esempio, alla musica leggera va poco o nulla.
Ma, partendo dall'esistente, rebus sic stantibus, ci sono numeri surreali. E, per ora, a questi stiamo. Ad esempio, fra tutti i teatri stabili ad iniziativa privata, alla fondazione di Sampierdarena, nel 2012 sono arrivati 395mila 431 euro dal Fus, il fondo unico per lo spettacolo, che lo pongono all'ultimo posto nella classifica della sua categoria come fondi ricevuti dal ministero. Per la cronaca, la speciale classifica è guidata dal teatro Eliseo di Roma che prende quasi un milione e 400mila euro e, a Genova, la «Fondazione Luzzati - teatro della Tosse Onlus» nel 2012 ha preso 774mila 635euro, quasi il doppio dell'Archivolto. Poi, certo, ci sono dei parametri oggettivi e la Tosse non ha rubato nulla, non è che ha scippato i soldi al Modena. Ma è un dato che fa riflettere.
Andiamo avanti: sempre il Fus e sempre nel 2012 ha dato ad esempio 480mila euro, 85mila in più dell'Archivolto, a un'impresa di produzione genovese: la Hurly Burly, che fa capo al gruppo che gestisce il teatro della Gioventù. Anche in questo caso, nessuno scandalo, anzi. È giustissimo che Massimo Chiesa e i suoi siano finanziati. Ma salta anche questa volta agli occhi la sottovalutazione dell'Archivolto da parte del Fus.
Altro dato. La sala del Modena e l'adiacente sala Mercato sono di proprietà comunale, in uso all'Archivolto, ma - se domani l'Archivolto chiudesse - resterebbero comunali. I restauri però, come quelli di un inquilino che si fa i lavori in casa, li sta pagando l'Archivolto e, a fronte di 2milioni 777mila 294 euro versati dal Comune per i lavori in casa propria, la fondazione del Modena ne ha già pagati 4 milioni 566mila 938, con un milione 241mila 648 euro di interessi passivi pagati e un ammortamento annuale di 224mila 858 euro (il dato del 2012). In tutto questo, i contributi pubblici sono scesi da un milione 329mila 235 euro del 2009 ai 603mila 523 di oggi, con un calo del 54,6 per cento in quattro anni. E il disavanzo attuale, di 265mila euro, è dovuto unicamente al debito per i lavori.
Ultimo dato, il più significativo: nel 2012 l'Archivolto ha preso, a qualsiasi titolo dal ministero al Comune, 603mila 523,03 euro di contributi pubblici e ha pagato di tasse 796mila 555,84 euro. Insomma, ha fatto cultura ed ha arricchito lo Stato. Un miracolo.
Di fronte a una cosa simile, anche solo per non impoverire lo Stato di 200mila euro, occorre mobilitarsi, a tutti i livelli, innanzitutto per far sì che a Sampierdarena arrivi un Fus adeguato e che le fondazioni e gli sponsor mettano le mani al portafoglio per far continuare questo miracolo.
Noi non siamo per finanziare a tutti i costi i teatri e per sostenere carrozzoni improduttivi, tutt'altro. Ma qui siamo a raccontare un'altra storia.
Sindaco Doria, assessore Sibilla, presidente Burlando, assessore Berlangieri, parlamentari liguri, vari ed eventuali, niente da dichiarare?
(1-continua)
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