Ore 14, allarme Grillini Gli «alieni» sbarcano sul pianeta della politica

Ore 14, allarme Grillini Gli «alieni» sbarcano sul pianeta della politica

«Grazia, guardali un po’ dal vivo che sono meglio che in televisione. Tutti con la cravatta e la giacca. Paolo ce l’ha anche lui il giacchetto, è entrato che ce l’aveva, ma non se l’è messo». Sospiro. «Lui è fatto così...». Secondo sospiro. «Però è tutto stropicciato...». Dopo un’ora buona di consiglio comunale, del primo consiglio comunale dalla proclamazione di Marco Doria sindaco, la signora Laura dà di gomito all’amica Grazia che finalmente è riuscita ad entrare nella Sala Rossa per godersi il tanto atteso spettacolo. Lei, Grazia, si sistema sulla sedia nella fila più alta riservata allo spazio per il pubblico, infila il cellulare nella borsa e lo spegne per non aver seccature per la prossima ora, almeno. Allunga lo sguardo verso il basso e si fa dare gli ultimi ragguagli da Laura sull’assemblea e soprattutto sui loro ragazzi. «Allora, lì c’è la mamma di Paolo (Putti, ndr)» le dice Laura che poco prima l’aveva fatta sedere nella sua stessa fila. «Ha rischiato di essere la mamma del sindaco, non poteva restare in piedi».
Giusto, quindi. «Quello davanti è il suocero - va avanti lei -. Mentre Francesca, la moglie, non l’hanno fatta entrare. Con la bimba piccola, forse è meglio così». Poi tocca a Grazia. «Forse Andrea (Boccaccio, ndr) è il più bello di tutto il consiglio, eh sì. È che sembrano un po’ spaesati. Ma si faranno....Eccolo lì, Paolo. Ahhhhh. Ma non ha la giacca?».
Eccolo il popolo del Movimento Cinque Stelle radunato sugli spalti di Palazzo Tursi a fare il tifo per i loro beniamini nel primo giorno dello sbarco degli «alieni» sugli scranni del consiglio comunale di Genova. Emanuela Burlando, Mauro Muscarà, Stefano De Pietro, Andrea Boccaccio e Paolo Putti, proprio lui, la vera rivelazione di questa tornata elettorale che per un soffio non ha rubato il ballottaggio ad Enrico Musso e per un soffio non ha rischiato di insidiare seriamente il posto da sindaco a Doria. Cinque consiglieri, come son cinque le Stelle del loro movimento. E basta che uno di loro si alzi per andare a consegnare il foglietto per una delle tante votazioni di rito, perché la platea dei supporter si scaldi. Manca la ola, ma il tifo è lo stesso.
«Guardi è un’emozione, sono come nostri figli. Sì, son tutti nostri figli». Loro che fan parte del Movimento No Gronda e poi hanno sposato la campagna dei grillini anima e corpo, raccontano di aver lavorato alla candidatura di questi giovani come matti. «Ora siamo qui per tenere d’occhio quei malandrini. Nooooo, non quelli Cinque Stelle, ma gli altri - incalza Laura -. Sa, la gente ha capito....34mila voti non son mica pochi». Tutt’altro. «Paolo è tanto bello e bravo. L’hanno prossimo lo mandiamo a Roma, altroché».
Il consiglio prosegue: ci sono le liturgie di rito da sbrigare, le procedure d’insediamento per i nuovi amministratori. In basso, proprio davanti ai banchi dei grillini, c’è Marianna Pederzolli, 19 anni, la più giovane consigliera di sempre eletta con la Lista Doria. Abito rosa, maglioncino bianco sulle spalle, attentissima, non si perde una parola quando il suo sindaco pronuncia le linee programmatiche della nuova amministrazione. Come altrettanto giovane è Paolo Gozzi, il più votato nel Pd con mille e rotti voti, chiamato in qualità di «consigliere anziano» ad aprire i lavori della prima riunione dell’era Doria. Mentre i colleghi più anziani, quelli che di legislature ne han fatte più d’una, qualche colpo lo perdono. Gli occhi che cadono ogni tanto - pochissimo, per carità e in un silenzio perfetto quasi per un’aula consiliare - sull’Ipad e le dita che scivolano velocissime a scrivere un messaggio, attenti a non farsi beccare. Intanto dall’alto anche la mamma di Putti segue la riunione con grande attenzione. Gli occhi rivolti al figlio e ai compagni di partito. «Sono emozionata e contenta - sussurra timidamente -. Mi dà sicurezza sapere che sono in cinque perché così possono lavorare bene». E il sindaco, le piace? «Doria non lo conosco, non so che idee abbia. Paolo? Sì, certo che era emozionato anche lui. Ma non l’ho sentito».
Discorsi, giuramento del sindaco, votazioni del presidente del consiglio, votazioni per il vicepresidente del consiglio. Sostituzione del consigliere Vinai che si è dimesso. La platea è viva, pulsante e commenta. Non si perde una mossa dei consiglieri nuovi e vecchi. «Rixi è dimagrito dall’ultima volta che l’ho visto. E Vinai, dov’è Vinai? Ah sì, l’hanno sostituito».

Con Guido Grillo, puntualizzano nella fila Cinque Stelle. «Ma quello lì avra 250 anni....e poi dicono che ci vogliono i giovani. In America quando hai quarant’anni sei già vecchio. Non era meglio forse metterci Beppe Grillo?».

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