Un registro per dare le «note» ai consiglieri comunali furbetti

(...) presenti nella Sala Rossa di Tursi e ha dato seguito a quella sua mozione che il consiglio aveva approvato qualche mese fa. L'obiettivo era quello di impedire che il gettone di presenza venisse elargito a tutti i consiglieri, anche a quelli che si facevano vedere qualche secondo e poi sparivano. Il presidente aveva proposto anche di imporre almeno il tempo minimo di permanenza in aula, pari ai due terzi della durata della riunione per aver diritto al pagamento. E per verificare entrate e uscite dei «furbetti» aveva proposto l'uso del badge elettronico da strisciare come un cartellino da lavoro. Gli uffici comunali avrebbero avuto un sistema immediato ed efficace per verificare i tempi. Ma i consiglieri comunali si sono opposti e hanno deciso di scegliere un altro metodo per le verifiche. Un metodo certo più elastico e meno rigido, come quello delle firma su un registro in entrata e in uscita.
Il consiglio aveva già demandato alla riunione dei capigruppo la scelta del metodo - conferma Guerello -. Avevo suggerito il badge per comodità, ma quello a cui tenevo era l'accettazione di un principio di correttezza legato alla presenza dei consiglieri. Ora in questo mese vedremo come sarà applicata la verifica».
Già oggi ci sarà modo di vedere le prime firme sui registri, dal momento che tornerà il lavoro delle commissioni. Il presidente del consiglio ha anche chiesto ai presidenti di evitare per quanto possibile di mettere all'ordine del giorno troppi argomenti che possono rischiare di allungare eccessivamente le sedute, o al contrario di convocare riunioni che si possano risolvere in pochi minuti.
«Abbiamo chiesto che sia istituito un registro e non l'uso del badge - spiega Lilli Lauro, capogruppo del Pdl in Comune - per una questione di dignità dell'aula, del nostro ruolo. Chi vuole uscire deve firmare e soprattutto avvertire il presidente, perché sappia se si sta fuori per un caffè o per un tempo più lungo e come sia in quel momento la composizione dell'aula. Questo è un metodo davvero responsabile». Guai a pensare che sia un modo per essere meno controllati, per farsi firmare delle «giustificazioni» false come a scuola. «Semmai è più facile dare il badge a un amico - replica Lauro -. Ma non voglio neppure pensare a una cosa del genere. In ogni caso va detto che la politica non è solo stare in aula, ma anche mantenere i rapporti con il territorio. Per i grillini la politica è la rete, è chattare tramite blog e potrebbero benissimo farlo stando in aula. Ma non c'è una regola univoca.

Quello che mi sento di dire è però che se noi consiglieri eletti, giustamente, veniamo controllati, altrettanti devono esserlo i “nominati” nella giunta». E in questo senso anche Guerello è d'accordissimo, tanto da aver sollecitato gli assessori a essere più presenti.

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