Sanità, non c'è tempo da perdere Infatti ne parlano solo 15 minuti

(...) Ovviamente quanto basta per «timbrare il cartellino» e non rischiare la decurtazione di stipendio per scarso numero di presenze. Un quarto d'ora di nulla che vale più o meno 200 euro.
È accaduto ieri in Regione, dove era riunita la Commissione Sanità. Erano convocati ben cinque assessori e se ne sono presentati soltanto due. Ovviamente non il «padrone di casa», non il responsabile della Sanità, visto che si parlava proprio di quello. Claudio Montaldo era a Roma, da dove ha fatto sapere che «il governo Monti non può tagliare in modo lineare, senza distinguere tra le regioni». Ma la sua non è stata un'assenza grave visto che intanto l'intenzione della commissione convocata non era certo quella di risolvere i problemi o almeno di impostare il lavoro per il consiglio, in modo da sapere di che parlare. Convocata alle 9.30 (orario strano, oggi ad esempio sono tutte alle 10), è stata dichiarata aperta dal presidente Stefano Quaini alle 9.40, giusto per fare l'appello e notare che due consiglieri avevano delegato altri colleghi (Valter Ferrando ha lasciato la seccatura al compagno Michele Boffa, il centrista Marco Limoncini ha dato carta bianca al piddino Giancarlo Manti). Da quel momento è stato riletto il verbale della riunione precedente e approvato all'unanimità. Poi, finalmente, la parte più sostanziosa, più preoccupante. Era previsto il rendiconto generale dell'amministrazione regionale per il 2011, cioè, il bilancio di un anno di Sanità. E l'assestamento di bilancio per il 2012, cioè si trattava di capire come far quadrare conti impossibili e dove andare a scovare soldi che non ci sono, o in alternativa mettere altre tasse sulla testa dei liguri.
Il risultato? È nel verbale redatto dagli uffici, ai quali non dovrebbe spettare almeno per questa volta il pagamento degli straordinari: «Alle 9.55 il presidente dichiara tolta la seduta». E cosa hanno fatto in quei quindici minuti scarsi (c'è da detrarre anche l'approvazione del verbale precedente)? Semplicemente è stato ascoltato l'assessore al Bilancio Pippo Rossetti, presente insieme al collega al Lavoro Giovanni Vesco che peraltro non risulta aver inciso sui lavori. Rossetti ha parlato di spostamenti da 14.800 e 11.300 euro da una parte all'altra. Spiccioli, nulla. Non una parola su quello che invece entro il 24 luglio dovrà essere la rivoluzione che investirà la Sanità ligure. «Terminata l'illustrazione e non essendovi richieste di interventi o chiarimenti», tutti a casa. Nessuno, neppure i rappresentanti dell'opposizione (erano presenti Roberto Bagnasco, Matteo Rosso, Francesco Bruzzone, Raffaella Della Bianca) hanno chiesto di parlare in commissione di quel che sta per capitare. Nessuno ha incalzato l'assessore al Bilancio, che qualche grattacapo deve averlo pure con i suoi, visto che anche ieri è saltata l'ennesima, prevista riunione di maggioranza.
Quando sono arrivati anche i ritardatari (tutti levantini che devono aver subito qualche intoppo per strada), Giacomo Conti (Federazione della Sinistra), Gino Morgillo (Pdl) e Armando Ezio Capurro (Lista Burlando) era già tutto finito.

Quella che doveva essere una commissione sanità da mezzogiorno di fuoco, è stata una chiacchierata da quarto d'ora di sbadigli. In fondo, il dibattito di questi giorni offre solo il rischio di default della Sanità o la nuova stangata fiscale sui cittadini liguri.

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