La Spezia, un mese sotto la spazzatura

La Spezia, un mese sotto la spazzatura

(...) Poi arrivi in Liguria e trovi sempre più spesso la realtà. Le montagne di spazzatura fuori da cassonetti che non ce la fanno più ad accogliere neppure un sacchetto. Gli assessori, i sindaci, i presidenti, gli amministratori, i grandi strateghi del turismo sono troppo impegnati in qualche convegno per pensare che magari sarebbe opportuno iniziare a pulire le città, a non presentare una cartolina modello Napoli dei giorni peggiori.
Invece accade questo, nella Liguria dei parolai. Accade che persino nelle città capoluogo i cittadini e i turisti siano costretti a fare lo slalom tra i rifiuti che hanno ormai occupato i marciapiedi. E che, soprattutto, restano lì per giorni, sotto il sole, diffondendo inevitabili miasmi. Anche a pochi metri dal mare, anche nelle strade teoricamente più chic.
E non si tratta di un fatto occasionale, di un «incidente» legato a un problema giornaliero e irripetibile. A confermarlo è ad esempio un’altra catasta ormai allarmante di carta che ha sepolto la scrivania del sindaco della Spezia, uno di quei Comuni in cui vivere nella rumenta pare sia diventata un’abitudine. L’ufficio del primo cittadino è stato trasformato in un cassonetto della differenziata per le scartoffie da Maria Grazia Frijia, vice presidente vicario del consiglio comunale, che ha firmato una serie di interrogazioni per denunciare la situazione in cui versa la città. La consigliera Pdl si è trasformata in un 007 armata di macchina fotografica e taccuino. Si è annotata ogni situazione critica, ogni zona dimenticata dai camion dell’Acam, ha scattato fotografie, ha preso appunti sul numero di giorni trascorsi senza che gli addetti della nettezza urbana facessero il loro lavoro e ha testimoniato l’aumento crescente delle montagne di spazzatura. In alcune vie sono passati addirittura sei giorni prima che i cassonetti venissero svuotati. Frijia ha poi trasformato tutto in un reportage sottoposto al sindaco in firma di interrogazioni. Una per ogni via, una per ogni giorno (o settimana) di emergenza.
Una situazione che ha messo spalle al muro sia la società Acam che dovrebbe provvedere al ritiro della spazzatura, sia l’amministrazione comunale che dovrebbe pretendere un’attenzione maggiore per un servizio tanto fondamentale. Tra l’altro questo problema, che ha portato Spezia a vivere giornate pesanti con rischi per la salute pubblica, si è verificato per tutto il mese di giugno e fa il paio con quanto accaduto, sempre d’estate, già lo scorso anno. La recidiva toglie anche le residue giustificazioni tentate dai responsabili, che Maria Grazia Frijia attacca anche sul piano delle buone intenzioni: «Non ci vengano poi a dire che poi metteranno le telecamere presso i cassonetti per fare le multe ai cittadini - va giù dura -.

Prima l'amministrazione si impegni a garantire un servizio di raccolta che già paghiamo caro, poi, dopo, vedremo se sarà il caso di multare i cittadini, che oggi stanchi di un sistema di raccolta differenziata che non funziona, esasperati da un servizio di raccolta spazzatura scadente, non sanno più dove mettere i rifiuti».

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