Già 21 i morti per l’emergenza freddo

Le ultime cinque hanno perso la vita ieri. Sono le vittime del freddo siberiano che giorno dopo giorno sta mettendo in ginocchio l'intero Paese, e che ha già portato a 21 il bilancio complessivo dei morti. Il triste bollettino include il camionista trovato senza vita ieri mattina all'interno del suo tir bloccato dalla neve in Abruzzo, l'extracomunitario deceduto mentre cercava di riscaldarsi all'interno di un casolare nel Mantovano, l'anziano di 84 anni trovato cadavere a Campomarino Lido (Campobasso) e il 70enne morto per il freddo mentre lavorava nel suo pollaio non lontano da Ancona. E il giovane che a causa del ghiaccio ha perso il controllo della sua auto mentre viaggiava in provincia di Enna. E mentre continuano a infuriare le polemiche, i meteorologi non lasciano spazio alle speranze. Il gelo che in tutta Europa ha causato la morte di 420 persone non darà tregua all'Italia almeno per un'altra settimana. La situazione resterà particolarmente critica al Centro-Sud, dove nelle prossime ore la Protezione Civile ha lanciato un'allerta neve anche a bassa quota, specialmente sulla dorsale adriatica. Neve e ghiaccio sono attesi in Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, sui settori orientali della Toscana e sul Lazio centro-orientale. Al Nord ci sarà il sole, ma le temperature resteranno ai minimi storici.
Come a Milano, dove i meno 10 gradi registrati ieri mattina hanno trasformato la Darsena del Naviglio in una lastra di ghiaccio. O a Venezia, dove alcuni canali sono ricoperti da uno spesso pack che ricorda quello del Circolo polare artico. Tanto da aver reso necessario l'intervento di un rompighiaccio. Ma il record più significativo è quello registrato ieri notte a Sassonello, in provincia di Savona: meno 22 gradi. Per trovare temperature altrettanto basse bisogna andare indietro di cento anni. Anche Genova, con la sua media di meno 4,5 gradi, non viveva un inverno così rigido da almeno 50 anni, come l'Aquila, che in più deve fare i conti con i paesi colpiti dal terremoto per gran parte bloccati dalla neve. A Trieste è invece la Bora a creare forti disagi. Il vento continua a soffiare ininterrottamente, da nove giorni, a 130 chilometri orari. Mentre al Sud, dalla Calabria alla Puglia, un freddo così intenso non si ricordava da mezzo secolo. Tanto che a Bari, il sindaco Michele Emiliano ha proposto di ospitare i senza tetto all'interno del teatro Petruzzelli. Resteranno, quindi, chiuse almeno per oggi e domani le scuole delle zone più colpite, in particolare a Roma, in Romagna, in Campania e in Calabria. Lo stabilimento Fiat di Melfi resterà fermo per altri due giorni.
Intanto a Roma non si placano le polemiche fra il sindaco Alemanno e il governo. Dopo aver criticato la Protezione civile, il primo cittadino ha accusato anche il ministro dell'Interno Cancellieri di aver avvisato i cittadini con due giorni di ritardo: «Forse anche lei è stata male informata».

Da parte sua, la responsabile del Viminale ribatte: «Le istituzioni facciano il proprio dovere e poi, nelle sedi giuste, si difenderanno dalle accuse, ma polemiche così personalizzate vanno evitate: occorre lavorare in silenzio». La giunta regionale del Lazio ha proclamato lo stato di calamità naturale.

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