Giacca alla Mastroianni con bretelle e stile

Lapo Elkann: "L’eleganza non deve essere sofferenza ma libertà di gesti". Si appoggia sulla spalla e non scivola. C’è poi quella che si arrotola nello zaino e quella ultraleggera che pesa come una camicia

Giacca alla Mastroianni 
con bretelle e stile

Portare la giacca senza portarla, appoggiata sulle spalle con l'aria rilassata e strafottente che Mastroianni aveva sul set come nella vita privata. «È un'attitudine che l'uomo ha perso e dovrebbe ritrovare: l'eleganza non deve essere sofferenza ma libertà di gesti e di pensiero» sentenzia Lapo Elkann spiegando perché nelle nuove giacche estive di Italia Independent, il marchio che ha fondato un paio d'anni fa, sono nascoste due bretelle da infilare tipo gli spallacci dello zaino ma al contrario. In caso di caldo da svenire come gli oltre 40 gradi percepiti a Firenze dove ieri è cominciata l'edizione numero 76 di Pitti Immagine Uomo, basta sfilare le maniche lasciando il capo appeso alle spalle senza sembrare quello che Lapo insolitamente di cattivo umore definisce «Un calciatore che si crede chic oppure un burino televisivo».

Ecco quindi la fettuccia dei cappelli Borsalino utilizzata per coprire le cuciture nelle giacche sfoderate di I-I (nome in codice di Italia Independent). Invece Brunello Cucinelli, imprenditore-filosofo con una competenza insuperabile nel lavorare le fibre nobili tipo il cashmere, è riuscito a produrre un modello che pesa come una camicia - 140 grammi a dir tanto - ma veste con l'impeccabile aplomb di un blazer sartoriale. Dello stesso livello la giacca creata di Twin Ddm che ha lo stesso utilizzo di una maglia in lino pur essendo anche reversibile: in cotone Oxford da una parte e in seta dall'altra. «L'arrotoli su se stessa, la metti nello zaino e al momento buono l'indossi secondo il caso o la necessità» spiega Daniele di Montezemolo, deus ex machina del marchio che vede tutto doppio per far marciare in tandem eleganza e praticità. «Oggi la giacca ha mille modi di essere, è il capo più sfaccettato del guardaroba» sostiene saggiamente Graziano Granelli, amministratore delegato del Gruppo Geo Spirit che in pochi anni ha conquistato i più ampi consensi di critica e pubblico con marchi di culto come Kejo, Dekker, Geo Spirit e Peuterey. Per quest'ultimo l'ufficio stile interno ha elaborato ben tre collezioni diverse, una per ogni «anima» della giacca moderna. Si parte dalla «capsule collection» con modelli in principe di Galles accorpato al tulle bianco che smorza le tinte come un rinfrescante effetto brinato. Sua maestà il blazer che nel guardaroba maschile ha la stessa funzione dei muscoli nel corpo (cioè tiene su tutto) diventa un capo tecnico in nylon, termosaldato e con materiali intelligenti tipo poliestere misto a metallo che rende la superficie del capo quasi specchiata. Infine ci sono le meravigliose sahariane limited edition realizzate nei tessuti tecnici pre esistenti al nylon tipo il cotone fine e ritorto usato dall'esercito inglese nei vari deserti ai tempi delle colonie. Tutto comunque è sotto il segno del colore, leitmotiv stilistico anche nella bella collezione di Corneliani che prevede anche il cosiddetto Identity Dream Blazer, un modello in jersey da maglieria con pettorina antivento incorporata. In questo caso i giochi cromatici si fermano ai grandi classici estivi: bianco, azzurro e blu. Ma nella sezione «spezzati», ovvero giacche da indossare su qualunque tipo di pantalone c'erano tinte che Sergio Corneliani, direttore creativo di un gruppo da 1200 dipendenti senza contare l'indotto, dice di aver ripreso da alcuni quadri di Magritte. «In questo momento l'abito intero si vende poco, le giacche fanno un po' la parte del leone» sostiene Sergio Lardini a capo con il fratello Andrea di un'azienda marchigiana che per la prossima estate lancia modelli con bottoni colorati all'interno e fiore di stoffa infilato all'occhiello in omaggio alla teoria dei dettagli che fanno tutto.

Ne sanno qualcosa da Brooks Brothers, marchio che ha vestito 39 su 44 presidenti americani tanto da potersi permettere il lusso di portare a Pitti per abbellire lo stand la divisa indossata da Theodore Roosevelt per firmare la fine della guerra ispano-americana per il controllo di Cuba e il mantello con cui Franklin Delano Roosevelt si è presentato a Yalta. La loro giacca più venduta è quella indossata un tempo da Kennedy e oggi da Obama: due bottoni, revers piccoli, pochi voli pindarici dal punto di vista stilistico, ma una concretezza che in fondo sa di nuovo.

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