La giacchetta del sindaco tra Moratti e Majorino

Alle Regionali il sindaco di Milano voterà per la Moratti, tradendo dunque quel Majorino sicuramente per nulla affine alla sua griglia ideologica e valoriale, ma ingaggiato dalla sua stessa scuderia?

La giacchetta del sindaco tra Moratti e Majorino

Con tutto il rispetto, un numero da cabaret del tira la giacchetta che raramente si era visto. Perché nel centrosinistra (o nella sinistra-centro vista la candidatura rossa di Pierfrancesco Majorino) la situazione politica è grave, ma per nulla seria, come aforismerebbe quel genio di Ennio Flaiano che pure nel suo Diario notturno del 1956 si cimentava con ben altri attori e autori. Tutto comincia ieri di buon mattino, quando Letizia Moratti scuote con un tweet la comunità politica e giornalistica, purtroppo solo lombarda perché il siparietto meriterebbe ben altro pubblico.

La notizia ghiotta è che il sindaco Giuseppe Sala voterà per lei, tradendo dunque quel Majorino sicuramente per nulla affine alla sua griglia ideologica e valoriale, ma ingaggiato dalla sua stessa scuderia e quindi ritenuto il naturale destinatario della sua preferenza.

Agitazione a sinistra dove si vede di tutto, ma questo sembra davvero un po' troppo, coronarie che fibrillano e dopo un po' la rassicurante smentita a cui viene costretto il sindaco. «Voterò per Majorino», assicura facendo sorridere chi sa quanto questo gli costerà e derubricando a «simpatica» l'esternazione del suo ex datore di lavoro a Palazzo Marino lady Moratti.

Appena ripresosi dallo spavento, Majorino parla di un Sala «che ha tanto altro di cui occuparsi, costretto a smentirla». Un sindaco che una volta eletto dovrebbe esserlo di tutti i milanesi, di destra e di sinistra, costretto a divincolarsi in una rumorosa baruffa chiozzotta, alla faccia del suo ruolo istituzionale.

Sia chiaro che Sala fa bene a dire in pubblico per chi vota, è un suo diritto. Ma sarebbe un diritto dei milanesi vedersi risparmiate le risse in pubblico dei candidati della sinistra.

Tale è anche Moratti, i cui padrini, checché lei ne dica, sono l'ex segretario del Pd Matteo Renzi e Carlo Calenda che con il Pd è stato eletto all'europarlamento. Tutti giù le maschere dunque, che Carnevale non è ancora arrivato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica