È giallo sulle dimissioni di Bertolaso da commissario per l’area archeologica

Giallo sulle dimissioni di Guido Bertolaso da commissario per l’area archeologica di Roma. L’Abruzzo lo ha «conquistato» per gestire il dopo terremoto, ma la capitile potrebbe perderlo. Gli impegni assunti per superare la catastrofe di tredici giorni fa, infatti, potrebbero non permettere all’uomo simbolo dell’emergenza in Italia di occuparsi anche dei Fori, nonostante l’ottima collaborazione che si è sviluppata tra la protezione civile e la Sovrintendenza archeologica, diretta da Angelo Bottini.
Due giorni fa Bertolaso non ha smentito la notizia di una rinuncia, confidandosi con il suo capo di Gabinetto Salvo Nastasi. Ma il sindaco proprio non vuole crederci. Anzi smentisce.
«Ho parlato con il sottosegretario Giro che mi ha detto che non esiste alcun rischio», ha commentato ieri Gianni Alemanno. E le sue parole sono state rafforzate proprio dalle dichiarazioni di quest’ultimo. «Conosco Guido Bertolaso da oltre 15 anni ed è nota la mia profonda stima per lui e tutta la sua squadra - ha detto il sottosegretario -. È naturale che io personalmente mi auguro che l’ipotesi di una sua rinuncia non abbia alcun seguito. Abbiamo bisogno della protezione civile e in particolare dell’impegno diretto di Guido Bertolaso, perché la sua presenza ha già suscitato una forte motivazione fra i funzionari e gli addetti della soprintendenza dei beni archeologici e del Comune».
Tutti in questi giorni stanno lavorando con grande entusiasmo alla preparazione dell’evento del 21 aprile e già nelle settimane scorse hanno allestito l’imponente mostra dedicata al Bimillenario di Vespasiano. «Anche grazie alla spinta del cambiamento prodotto dalla nomina di Bertolaso - ha ammesso Giro -. Una mostra molto suggestiva, che ha riaperto al pubblico con un allestimento completamente rinnovato la Curia del Senato nel Foro romano e lo splendido criptoportico neroniano sul Palatino, oggi tutto illuminato e visitabile. Oltre a questo sono stati finalmente piazzati nell’intera area archeologica una serie di pannelli, didascalie e tabelloni orientativi per aiutare i turisti nella visita. Cosa che non accadeva da trent’anni per una scelta incomprensibile dell’ex soprintendente ai beni archeologici Adriano La Regina».
Proprio grazie alla protezione civile è stato possibile ripulire interamente la basilica Emilia, riparare con Acea un condotto fognario, installare un radar che mette sotto controllo 24 ore su 24 le pendici del Palatino e la Domus tiberiana e abbattere le prime barriere architettoniche, permettendo per la prima volta in assoluto alle persone disabili di entrare nella Curia romana. «Nei mesi che verranno - dichiara fiducioso Giro - la Protezione civile svilupperà una serie di rilievi sul Palatino, lungo gli acquedotti, le mura, tutti i maggiori reperti archeologici di Roma, per mettere in sicurezza strutture oggi fatiscenti e pericolanti, un lavoro importante che la Soprintendenza non sarebbe riuscita a svolgere per carenze organizzative e anche economiche».
Ma la collaborazione con protezione civile e Comune si è sviluppata nel modo migliore perché alla guida dell’intera struttura c’era un uomo forte e carismatico come Bertolaso. «Chi oggi obietta che queste cose si potevano fare anche senza avviare una fase commissariale rispondo con una domanda: perché in trent’anni non è stato mai fatto niente? - conclude il sottosegretario -.

Comprendo benissimo che oggi esiste la drammaticità dell’emergenza Abruzzo, ma io credo che quella dei Fori sia un’operazione nevralgica per tutta l’Italia, per la sua identità e la sua cultura, un segnale di speranza di fronte a una tragedia condivisa dalla comunità nazionale e un atto di omaggio, che sarà fatto anche e soprattutto per chi ha sofferto, per gli abruzzesi, che in questo dramma si sono dimostrati italiani di assoluta eccellenza».

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