Giochi, corsa senza freni Nel 2011 la raccolta supererà i 71 miliardi

Avanti con i giochi. Il mercato, secondo gli esperti del settore, aumenterà ancora e alla fine del 2011 toccherà l’incredibile quota di 71 miliardi con un incremento del 17% rispetto all’anno appena concluso in segno positivo (+ 11,8%). Per capire meglio l’entità del movimento, ogni italiano spenderà 1.200 euro a testa. Ma cosa porta a una previsione di questo tipo? Innanzi tutto il poker cash che la farà da padrone anche sul sistema online con una raccolta attesa fra i 5 e i 6 miliardi. Poi le slot virtuali, in partenza da marzo. Nella sua globalità il settore dell’intrattenimento, vale a dire Newslot e Videolottery, varrà oltre il 50% di tutto il movimento con una crescita di oltre il 20% e un impatto pari a 38 miliardi. Prevista anche una ripresa del Lotto grazie alle novità introdotte con il «10eLotto». Ma si tratta di un segmento che ha scontato negli ultimi due anni la concorrenza di altri giochi di maggiore presa. Se scommesse sportive e Bingo continueranno a correre, l’ippica e i giochi numerici faranno fatica a riprendersi dalle recenti sbandate.
Le previsioni sono confortate anche dal fatto che i nuovi bandi amplieranno la platea dei concessionari nel campo delle scommesse sportive e dell’online. In questo modo Aams, mettendo a gara un numero importante di diritti, si augura di assorbire buona parte degli operatori esteri che finora hanno operato illegalmente. Nel caso delle scommesse, l’occasione è data dalla scadenza delle concessioni del 2000 che si somma agli obblighi della normativa antiriciclaggio e alle sanzioni della Legge di Stabilità in caso di evasione fiscale. Quanto all’online, la Comunitaria 2008 aveva già previsto l’emissione di 200 nuove licenze del costo unitario di 350mila euro. A Dio piacendo non ci dovrebbero più essere conflitti di natura giuridica a livello comunitario perché il decreto direttoriale dell’Aams ha passato a ottobre lo stand still presso l’Ue. All’ufficialità manca solo l’imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Un capitolo a parte meritano le scommesse sportive che, in seguito alla concorrenza degli operatori senza concessione, hanno fatto registrare l’ennesimo segno positivo solo grazie ai 345 milioni raccolti durante il Mondiale di calcio. Altrimenti la crescita sarebbe stata minimale, pari a una cinquantina di milioni. L’erosione del mercato legale viene valutato attorno a 2,5 miliardi. Ma in un recente convegno Fabio Felici, direttore di Agicos, ha parlato di una stima molto più alta, praticamente uguale a quella della raccolta per così dire ufficiale. Non potrebbe essere diversamente al pensiero che i punti privi di concessione nel nostro paese sono quasi il doppio di quelli autorizzati da Aams: 20mila contro 10mila. Il dato è allarmante. Perché si tratta di gioco che sfugge a ogni controllo, non passa da Aams e non reca vantaggi allo stato né sul rilascio delle licenze né su quello fiscale. Va poi sottolineato che il pay-out, vale a dire la percentuale delle somme pagate ai giocatori sotto forma di vincite, è aumentato in misura considerevole: dal 76,5% all’80,5%. Senza il contributo dei Mondiali sudafricani, gli operatori avrebbero incassato oltre 150 milioni in meno rispetto all’anno precedente (946 milioni nel 2009, 793 milioni nel 2010).

Troppo bravi i giocatori o quote troppo favorevoli? Fatto sta che questi due fattori (mercato alternativo e competenza degli scommettitori) rischiano di mandare in sofferenza il settore. Dove i concessionari, che hanno pagato a caro prezzo i diritti e assolvono in tempo reale l’imposta fiscale, rischiano in proprio.

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