Alla fine, nemmeno il tandem, la direzione bicefala di cui si vociferava come ultima chance, ha soddisfatto le esigenze di chi deve decidere le sorti del Salone del Libro di Torino. E la scelta, forse, slitterà a giugno; almeno, questo è ciò che chiede la Associazione Torino, Città del Libro, ammettendo la débâcle totale dell'intellighenzia... La successione all'attuale direttore Nicola Lagioia, che si ritirerà dopo l'edizione di maggio del Salone, si rivela un percorso a ostacoli continui: Paolo Giordano, il cui nome era stato proposto alla guida insieme con quello di Elena Loewenthal, ha annunciato un passo indietro. «Non ci sono le condizioni di indipendenza e serenità con cui iniziare un percorso così importante, in un momento di passaggio tanto delicato per il Salone» ha detto lo scrittore, facendo sorgere un dubbio: a quale «indipendenza e serenità» si riferisce, visto che la linea del Salone non è mai stata messa in discussione? E facendo anche così cadere l'unica - per quanto anomala - ipotesi sul piatto, dopo che, per mesi, la sinistra, dominus del Salone da sempre, non è riuscita ad accordarsi su nemmeno uno dei nomi (da essa stessa proposti). L'ultima speranza era, appunto, la coppia Giordano-Loewenthal, ma è naufragata. L'altra protagonista della vicenda, Elena Loewenthal, ha commentato così: «Il Salone ha bisogno di senso di responsabilità e di affetto da parte di tutti». Ma su questa «responsabilità» chi dovrebbe interrogarsi, visto che la quasi totalità dei candidati alla direzione del Salone è stata messa in campo dalla sinistra? Il sospetto è che la nomina del direttore del Salone sia complicata quanto quella del segretario del Pd. Senza dibattiti televisivi, almeno.
L'Associazione Torino, la Città del Libro ha praticamente ammesso la resa, in un comunicato in cui «constata la mancanza delle condizioni per mantenere aperto il tavolo dei lavori del Comitato Direttivo», che
nomina la direzione editoriale. Per l'associazione, Giordano resta «il candidato ideale». Ma siccome, nel frattempo, c'è un Salone da portare avanti, l'associazione ha chiesto «di rimandare a giugno il processo di nomina».
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