La giravolta Black bloc, l’ultima farsa di Tonino

Un campione delle tre carte, un’étoile del passo doppio, un fuoriclasse della giravolta. Ogni volta è così, nel favoloso mondo di Tonino. Le opinioni si cambiano come le cravatte, a seconda del giorno e di quel che scrivono i giornali. Tutto lecito, purché cambi nome: altro che l’Italia dei Valori, questa è l’Italia di Alberto Sordi. Sentite l’ultima. Il candidato dell’Idv Gianni Vattimo, filosofo debole ma con un debole per le maniere forti, ha applaudito i black bloc che hanno preso a sassate la polizia a Torino. È rimasto affascinato dalla «robustezza di reazione che sanno mettere in campo». Vattimo ha fatto l’elogio del black bloc senza essere contraddetto da nessuno nell’Idv. Nessuna rettifica il giorno stesso. Il giorno dopo, però, l’Idv è passata con un balzo dall’altra parte della barricata. Perché? Perché nel frattempo «certa stampa che non perde occasione di mettere in atto attacchi ignobili», cioè il Giornale, aveva fatto notare la curiosa posizione pro-teppisti del candidato Idv, partito della legalità. Di Pietro a quel punto ha messo le scarpette da flamenco e ha impostato la piroetta: invece di smentire Vattimo, ha provato a smentire noi, che avevamo solo raccontato l’esternazione di Vattimo. «L’Idv - ha spiegato Di Pietro - sta con le forze dell’ordine». Sì, quelle prese a sassate dai robusti amici di Vattimo. Tutte falsità del Giornale, lo sanno tutti che l’Idv sta dalla parte della polizia, chi ha mai detto il contrario? Avremmo un nome: il suo candidato Vattimo. Ma sì, che volete che sia? La mattina black bloc, la sera celerini. In fondo, hanno i caschi tutti e due. Miracoli del trasformismo dipietrese.
Ma, dicevamo, ogni volta è così. Ricordate la vicenda dell’immunità da europarlamentare? Di Pietro disse che avrebbe rinunciato. Sì, ma solo dopo che il Giornale scoprì che voleva chiederla. Poi disse che «certa stampa» insinuava sospetti su quel che avrebbe chiesto a Strasburgo. «Andrò lì per rinunciare all’immunità», promise. Mai fatto. Proprio come aveva raccontato «certa stampa».
Ma c’è anche la questione dello statuto Idv. Quando il Giornale pose delle domande lui reagì parlando di «campagna criminale». Poi, però, andò dal notaio per cambiarlo, lo statuto (anche se per finta, come spiegheremo presto). Non sarà mica che aveva ragione «certa stampa»?
E la vicenda di Mautone e del figlio Cristiano Di Pietro? Quando il Giornale ne scrisse, Tonino minacciò querele. Poi però si scoprì che Mautone era davvero indagato e con lui Di Pietro jr. A quel punto Tonino ammise che il figlio aveva sbagliato, ma «non c’era nulla di penalmente rilevante», come invece sospettava «certa stampa». Salvo poi presentarsi alla Procura per testimoniare. Stai a vedere che anche quella volta aveva ragione «certa stampa»?
Potremmo andare avanti, ma preferiamo tornare all’inizio. Alla questione dell’Idv che si scopre difensore dei black bloc e poi paladino della polizia.

E far osservare a Di Pietro che delle due l’una: o l’Idv sta coi teppisti oppure Vattimo dissente dall’Idv che però lo candida. Ma, per dirla in dipietrese, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. E per ora, onorevole, ci pare abbia rimediato soltanto un candidato ubriaco.

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