Un girotondo degli automobilisti per non pagare il maxi pedaggio

VeneziaIl Passante di Mestre ha risolto gran parte dei problemi viari del Veneto, e di ciò sono tutti grati al doge Galan che per questa opera pubblica si è battuto come un leone portando a casa il risultato sperato. Com’è, allora, che la società autostradale Brescia-Padova sta perdendo 35mila euro al giorno per un trucco dei pendolari che si rifiutano di pagare la «tassa» sul Passante?
I conti li ha fatti il Gazzettino.it e si riferiscono al popolo dei 17mila pendolari che ogni giorno, per lavoro, devono percorrere il tratto autostradale che da Dolo va alla barriera di Mestre Villabona. Premessa: al momento di realizzazione del Passante i comuni del circondario hanno chiesto, e ottenuto, la liberazione del tratto in questione, proprio per evitare che venisse intasata dal traffico la viabilità interna. Bene, richiesta accolta, ma con un accorgimento: a tutti gli altri veicoli che arrivano da fuori Dolo verrà applicata una sorta di sovrapprezzo sul pedaggio. Di qui l’altro accorgimento applicato dai pendolari che arrivano da Padova: tutte le mattine escono al casello di Dolo e poi ci rientrano e tutte le sere, al ritorno, ripetono la stessa manovra.
Motivo? Basta guardare al tariffario e por mano alla calcolatrice per capire. Dunque, da Padova est e Mestre si pagano 2,10 euro all’andata e 2,10 euro al ritorno, totale 4,20 euro al giorno che, moltiplicate per 25 giorni lavorativi al mese fanno 105 euro. Se invece si ha l’accortezza di uscire a Dolo si pagano solo 70 centesimi. Poi, una volta rientrati, al casello di Mestre non si pagherà nulla proprio per la liberalizzazione del traffico di zona. Morale della favola, 1,40 euro al giorno anziché i canonici 4,20, con un risparmio mensile di 70 euro, che vale pur sempre più di un pieno di benzina. D’accordo, c’è la scocciataura di perdere tre minuti tra uscita e entrata, e forse qualche cosa di più, visto che col tempo questa scappatoia ha finito col riempire la rotatoria sistemata appena fuori dal casello. Però c’è crisi per tutti e, specie in questo periodo di magra, 70 euro risparmiati ogni mese fanno tremendamente comodo e pazienza se si deve uscire da casa un quarto d’ora prima per recuperare il tempo perduto alla rotatoria di Dolo.
Se il pendolare di Padova fa i conti in tasca e sfrutta questa assurda differenza di tariffa, anche la società Padova-Venezia si è messa a fare due conti. Per 17mila pendolari al giorno, la perdita di bilancio quotidiana arriva a quota 35mila euro. Mettiamo pure che una discreta parte di questi 17mila siano di Dolo, e quindi titolari ufficiali dello sconto deliberato per scelta politica, resta comunque una maggioranza di «portoghesi» legali che evitano il salasso al casello. L’amministratore delegato della Venezia-Padova, Lino Brentan, ha già segnalato il problema alla Regione, anche perché è da mesi che da questa falla grondano perdite (o minori costi, se visti con l’ottica dell’automobilista). Qualcuno è arrivato addirittura a ipotizzare delle barriere per rendere impossibile il rientro in autostrada, quando, piuttosto, sarebbe più lungimirante ridurre la sovrattassa, rendendo così meno attraente l’uscita intermedia.


L’unica cosa certa di tutto questo ambaradan è l’utilità del Passante di Mestre, che ha ridotto il traffico sulla tangenziale, specie quello pesante. Calibrare le tariffe, specie in vista dell’incorporazione della Venezia-Padova nella società Cav, resta però la soluzione preferibile all’improbabile «ostruzione» da opporre ai pendolari risparmiatori.

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