La Gnam del futuro? Un laboratorio

Giovane, femminile, colto e alla ricerca di un modo «interattivo» di vivere l’arte, che faccia del museo un laboratorio informativo-didattico, offrendo stimoli creativi alle nuove generazioni. È il profilo del visitatore medio della Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea, delineato dalla ricerca Esperienza e conoscenza del Museo: indagine sui visitatori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Electa), effettuata dalla Soprintendenza alla Gnam con università Roma Tre e Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Malgrado la posizione decentrata rispetto ai classici percorsi di visita, la Galleria vanta un pubblico «fedele», composto per il 60% da italiani, principalmente romani.
Si tratta per lo più di laureati, assidui frequentatori di musei, senza dimenticare gli artisti. Il giudizio sulla struttura supera le aspettative: poco meno del 50% si dice molto soddisfatto, solo il 3% non lo è.
L’indagine conferma il successo del museo ma ne evidenzia la «stasi», ossia la difficoltà di attirare un pubblico nuovo, fatto di non appassionati. Molte le cause: posizione, «difficoltà» dell’arte contemporanea, scarsa promozione. Motivo di critiche - contrastanti - è l’allestimento. I più esperti auspicano l’eliminazione di ogni informazione sulle opere - e privilegiano percorsi liberi - chi lo è meno lamenta la mancanza di adeguati strumenti di sostegno. A chiedere «guide» approfondite sono i giovani, da sedici a venticinque anni, che rappresentano un quarto dei visitatori.
Nel tentativo di rendere il museo più vicino alla città, l’indagine sarà usata come traccia per ripensarne l’organizzazione. «Vorremmo portare il backstage museale, se così si può definire, sotto i riflettori - dice Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente alla Gnam - Organizzeremo una mostra che faccia conoscere al pubblico ciò che accade dietro le quinte, dalla catalogazione delle opere al restauro, dall’allestimento dei percorsi alla creazione dei cataloghi.

Coinvolgeremo la gente in ognuna di queste fasi». Alla definizione tradizionale di museo come spazio conservativo si sostituisce l’aspirazione a un «laboratorio continuo» con lezioni, conferenze e momenti di confronto. Per «imparare, ammirando».

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