"È un giorno di festa". Meloni a Palermo per l'arresto di Messina Denaro

Il presidente del Consiglio esulta per l'arresto del boss: "Vuol dire che c'è uno Stato che ha continuato a lavorare". Poi l'omaggio alle vittime della strage di Capaci

"È un giorno di festa". Meloni a Palermo per l'arresto di Messina Denaro

Nella tarda mattinata Giorgia Meloni è arrivata in Procura a Palermo per incontrare il procuratore capo Maurizio De Lucia e l'aggiunto Paolo Guido che hanno coordinato l'indagine che ha portato all'arresto di Matteo Messina Denaro. Il presidente del Consiglio e il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, hanno osservato un minuto di raccoglimento davanti alla stele di Capaci. Un modo per ricordare le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Meloni a Palermo

Il primo ministro è arrivato al palazzo di giustizia per ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l'arresto del superlatitante, complimentandosi così con la Procura e i carabinieri per aver assicurato alla giustizia l'esponente più significativo della criminalità mafiosa. Negli uffici della Procura del capoluogo siciliano erano presenti anche le altre forze che hanno contribuito alla riuscita dell'operazione.

Tra questi vi erano anche il Generale Rosario Castello (comandante della Legione carabinieri Sicilia) e il comandante provinciale Giuseppe de Liso con altri ufficiali dei carabinieri. "Presidente, benvenuta, se vuole salire le faccio conoscere chi ha lavorato sull'arresto di Messina denaro", sono state le parole con cui il procuratore Maurizio De Lucia ha accolto Giorgia Meloni. Che ha annunciato la volontà di proporre quello di oggi come come giorno festa: "Mi piace immaginare che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno portato avanti la guerra contro la mafia".

L'appello sulla mafia

Il presidente del Consiglio, intervenuto in occasione di un punto stampa, ha esultato per l'arresto di Matteo Messina Denaro che latitava da ormai 30 anni: "Oggi è un giorno di festa perché possiamo dire ai nostri figli che la mafia si può battere. È una giornata storica". Il capo del governo ha riconosciuto che "non abbiamo vinto la guerra" contro la mafia in maniera totale, ma ha fatto notare che quella in questione "era una battaglia fondamentale da vincere e rappresenta un colpo duro alla criminalità organizzata".

Per Meloni il fatto testimonia che "c'è uno Stato che ha continuato a lavorare", dicendosi fiduciosa sul fatto che "qualcosa in più possa uscire su chi eventualmente avesse collaborato con lui". In tal senso si è rivolta al procuratore capo, agli investigatori, ai carabinieri e a tutte le forze in campo: "L'Italia è fiera di loro. Sappiamo che dobbiamo a loro questo grande risultato al lavoro quotidiano di grande determinazione che hanno condotto".

Inoltre il primo ministro ha assicurato che il governo è determinato nel partorire qualsiasi provvedimento del caso "per portare avanti questa battaglia insieme".

Infine è arrivato un appello ben preciso alla politica del nostro Paese: "Non penso che la lotta alla mafia debba essere un tema divisivo. È una battaglia da combattere tutti insieme senza dire chi è più bravo di chi".

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