"Come la mafia...": la nuova arma di Crosetto per stanare gli scafisti

"Bisogna combattere gli scafisti come con la mafia". Il ministro ribadisce la linea dura contro i trafficanti di uomini e sulla crisi in Niger avverte: "Con intervento europeo si rischierebbero effetti deflagranti"

"Come la mafia...": la nuova arma di Crosetto per stanare gli scafisti

Il contrasto alla tratta degli essere umani deve essere severo, strutturale. Bisogna "combattere gli scafisti come la mafia, la 'ndrangheta, la camorra, mentre sembriamo a volte giustificarli". Guido Crosetto, sul punto, è stato categorico. Intervenendo alla manifestazione "PiazzAsiago", il ministro della difesa ha ribadito la linea del governo nella lotta ai fenomeni migratori illegali e a chi li consente, alimentando un business criminale. "Il tema è combattere come meritano i delinquenti che vendono i passaggi in mare su navi insicure a persone vanno a morire", ha affermato Crosetto, sottolineando come - per ottenere l'obiettivo politico desiderato - sia necessario stringere accordi bilaterali con i Paesi africani, a prescindere da chi li guida. "Non scegliamo noi i nostri interlocutori. Non trattiamo con un Paese a seconda di chi lo comanda", ha aggiunto, replicando indirettamente ad alcune pretestuose critiche arrivate anche in passato dall'area progressista.

Crosetto e la gestione dell'immigrazione

"L'Africa è sempre più povera e piena di guerre per cui le persone africane hanno molto spesso due scelte: o entri in movimenti terroristici e di criminali o se non hai niente ti sposti. E decine di migliaia di persone si spostano. La gestione dell'immigrazione non finisce in mare, l'immigrazione ha un senso quando poi ti integri, ma se la persona che arriva la abbandoni e la lasci alla delinquenza non ha alcun valore", ha argomentato ancora Crosetto ad Asiago. Poi si è soffermato su un altro tema centrale e dibattuto: "l'impossibilità fisica di gestire l'immigrazione".

Al riguardo, il ministro ha dichiarato: "Abbiamo riconosciuto che il problema è complicato e ci siamo mossi per risolverlo. Io lo considero un punto di merito il fatto che l'Italia abbia acceso un faro su un problema del mondo". Un riferimento, quest'ultimo, al lavoro e alle interlocuzioni che il governo sta svolgendo sul tema a livello internazionale e istituzionale. Di seguito, un cenno alla questione dei salvataggi in mare spesso usata dai progressisti per polemizzare. "Non esiste una sola persona che poteva essere salvata e non è stata salvata", ha continuato il ministro, spiegando che il "dramma è che ci sono migliaia di persone che non potevano essere salvate perché finite in mano a trafficanti".

La situazione in Niger

Crosetto si è poi espresso sulla delicata situazione creatasi in Niger a seguito dell'avvenuto colpo di Stato. "Il compito occidentale non è buttare benzina, ma buttare acqua sul fuoco. Di tutto c'è bisogno tranne che di un'altra guerra che coinvolga più nazioni", ha osservato, auspicando una necessaria linea di prudenza. In Niger - ha infatti proseguito Crosetto - "un intervento fatto da europei bianchi per andare a incidere in una cosa interna rischierebbe di avere effetti deflagranti. Si cammina sulle uova e ogni atto bisogna valutarlo tre volte per quello che può essere l'effetto". Secondo il ministro della difesa, dunque, "va bene mantenere i contingenti europei affinché la situazione non deflagri e diventi una guerra sanguinosa, ma è il momento di ragionare: abbiamo ferite nel mondo che nascono da accelerazioni non ragionate. Secondo me la situazione è recuperabile senza interventi troppo duri". Nelle scorse ore, il premier Meloni aveva tenuto una riunione sulla situazione nigeriana con i ministri degli Esteri e della Difesa. Al briefing, secondo quanto si apprende, hanno partecipato anche i vertici dell'intelligence.

La guerra in Ucraina e la "pace giusta"

Intervistato sui principali temi della politica internazionale, Crosetto ha anche parlato di guerra in Ucraina. "Io oggi, se fosse possibile arrivare ad una pace giusta, tratterei con la Russia, con la Cina e con chiunque per ottenere un risultato", ha spiegato il ministro, secondo il quale i russi avrebbero voglia di una via d'uscita dal conflitto. "La stessa opinione pubblica russa, soprattutto la parte dirigente russa, sta faticando ad accettare questa guerra. I canali di dialogo vanno mantenuti e va trovata qualsiasi soluzione", ha continuato l'esponente del governo Meloni. "Il passo successivo alla pace sarà l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea e questo è uno degli argomenti da mettere al tavolo della pace", ha concluso, ribadendo l'importanza del sostegno militare offerto a Kiev. "L'escalatioin militare ci sarebbe stata se non fosse stato consentito all'Ucraina di difendersi, perchè se mai le truppe russe fossero arrivate al confine dell'Europa, soprattutto quello polacco, lì sarebbe scoppiata con quasi certezza la terza guerra mondiale".

I limiti dell'Ue

Proprio discutendo di Europa, Crosetto si è poi levato qualche (condivisibile) sassolino dalla scarpa. "Vorrei un'Europa più integrata dal punto di vista della difesa", ha lamentato il ministro, aggiungendo che al momento "senza gli americani, l'Europa non sarebbe in grado di difendersi. Se non ci fossero stati gli Stati Uniti, i russi sarebbero arrivati al confine dell'Europa e se non ci fosse stata la Nato avrebbero superato quel confine".

Infine, tornando alle politiche del nostro Paese, una critica alla firma dell'accordo con Pechino da parte del governo Conte: "Non ha portato alcun beneficio, ci ha portato problemi con i Paesi occidentali e ci ha tagliato fuori dagli accordi importante come sui metalli".

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