"Proposta condivisa per la legge di Bilancio". La mossa della Meloni contro i salari bassi

Il presidente del Consiglio è soddisfatto dall'incontro con le opposizioni: "È stato rispettoso e costruttivo". Occhi puntati verso la manovra: "Arriveremo a una proposta di legge efficace"

"Proposta condivisa per la legge di Bilancio". La mossa della Meloni contro i salari bassi
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L'incontro che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi tra governo e le forze delle opposizioni (tranne Italia Viva) non ha fornito colpi di scena: le distanze restano forti e i partiti al di fuori della maggioranza presentano sfumature differenti, dall'ottimismo di Carlo Calenda fino al pessimismo di Elly Schlein. Ma in realtà al tavolo del confronto si è trovato un punto di convergenza di rilievo: bisogna intervenire contro i salari bassi dei lavoratori. Una priorità ribadita da Giorgia Meloni in una lettera inviata al Corriere della Sera al termine del vertice con le opposizioni.

Il confronto con le opposizioni

Il presidente del Consiglio ha rivendicato le prime iniziative dell'esecutivo, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale con più soldi in busta paga e il rafforzamento del potere d'acquisto delle famiglie. Nella missiva ha fatto sapere di essere rimasto soddisfatto dal faccia a faccia con i rappresentanti dei partiti delle opposizioni sulla proposta di salario minimo: "Credo sia un segno di grande rispetto". A tal proposito ha ricordato episodi del passato che stonano con gli allarmi di democrazia lanciati in seguito alla vittoria del centrodestra: "Personalmente nei molti anni che ho passato all'opposizione non sono mai stata chiamata da un presidente del Consiglio per parlare di una proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia".

Ha riferito che il confronto "è stato rispettoso e costruttivo": si è registrata unità d'intenti contro i salari bassi, mentre sono state confermate le divergenze del caso per quanto riguarda le ricette da mettere in campo. Dal suo canto Meloni ha posto l'attenzione sul fatto che la strada da imboccare per alzare i redditi "è quella di una Nazione che torna a crescere".

Le perplessità di Meloni sul salario minimo

Il capo del governo non ha nascosto le perplessità sull'opzione del salario minimo, anche alla luce dei dubbi avanzati da alcune forze sindacali e da diversi esperti di lavoro. "Il timore è che il salario minimo possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così, per paradosso a peggiorare la condizione di molti lavoratori", ha affermato. In effetti con il salario minimo si rischia l'effetto boomerang, spingendo verso il basso i salari e facendo aumentare il sommerso.

Meloni tuttavia ha voluto specificare di non avere preclusioni ideologiche, specificando che la sua è "solo la doverosa preoccupazione di non intervenire su una materia così delicata senza la certezza di aver vagliato tutti i pro e contro". Va in questa direzione il recente via libera della Camera alla questione sospensiva, fermando l'esame della proposta di legge per 60 giorni proprio al fine di garantire una valutazione a 360 gradi e un dialogo serio e concreto.

Il coinvolgimento del Cnel

Nel corso dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio ha proposto alle opposizioni di avviare un confronto con il coinvolgimento del Cnel, ovvero del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. "Un confronto celere, da concludersi in 60 giorni con una proposta concreta sul tema del lavoro povero, non solo sul salario minimo", ha spiegato Meloni. Il coordinamento di un lavoro più approfondito che in autunno potrebbe prendere vita ed essere messo nero su bianco.

Per Meloni un metodo preciso e una tabella di marcia certa sono ingredienti necessari per "arrivare prima della legge di Bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali".

Un testo che dal suo punto di vista dovrà essere "efficace, basato su dati reali" e ovviamente in grado di rispondere "a chi cerca un lavoro e a chi ce l'ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa". Gli occhi del governo sono puntati verso la manovra di fine anno. Taglio delle tasse, più soldi in busta paga e salari più alti: si vuole intervenire per sostenere ulteriormente gli italiani.

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