Sangiuliano, i carabinieri bussano al ministero. E Giuli nomina il fidato Spano capo di gabinetto

I militari al Collegio Romano per acquisire atti sull'inchiesta. Il nuovo titolare sostituisce Gilioli e scoppia subito la polemica

Sangiuliano, i carabinieri bussano al ministero. E Giuli nomina il fidato Spano capo di gabinetto
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Nel giorno in cui i Carabinieri entrano al ministero della Cultura per acquisire documenti relativi all'indagine che coinvolge Gennaro Sangiuliano, ex titolare del MiC, e la sua consulente mancata Maria Rosaria Boccia, il ministro Alessandro Giuli nomina un nuovo capo di gabinetto. E se la vicenda giudiziaria e quella politica continuano a intrecciarsi, allora bisogna partire dal blitz del Nucleo Investigativo di Roma. Le Forze dell'Ordine si presentano direttamente nella sede del dicastero della Cultura, dove vengono ricevute da Giuli. Un segnale, per ribadire la «massima collaborazione» del ministero con la Procura della Capitale, impegnata a fare luce sulle vicende che hanno portato alle dimissioni di Sangiuliano, il 6 settembre scorso. Un intervento, quello dei Carabinieri, legato all'indagine dei Pm romani, che vede accusato l'ex ministro per peculato e rivelazione di segreto d'ufficio, mentre l'imprenditrice campana per lesioni e minacce al corpo dello Stato. Lo scopo degli investigatori è quello di ricostruire, carte alla mano, tutto quanto accaduto durante il periodo in cui Boccia ha, di fatto, collaborato con Sangiuliano al ministero del Collegio Romano, tra viaggi istituzionali e conversazioni che l'influencer di Pompei sostiene di aver ascoltato.

Tra le persone che saranno ascoltate dai magistrati ci sarà anche l'ormai ex capo di gabinetto del Ministero della Cultura, Francesco Gilioli, rimosso tre giorni fa da Giuli, perché sarebbe venuto a mancare «il rapporto fiduciario» con il dirigente. Lo stesso Gilioli che avrebbe sollevato problemi di incompatibilità per Boccia sulla sua nomina a titolo gratuito, poi saltata, come consigliera per i grandi eventi. Intanto Giuli va avanti e nomina il nuovo capo di gabinetto. Si tratta di Francesco Spano, già promosso a vice capo di gabinetto dal neo-ministro. Giuli ha tenuto il punto, nonostante le polemiche sul nome di Spano. L'avvocato e docente pisano, infatti, nel 2017 si è dimesso da direttore dell'Unar (Ufficio anti discriminazioni razziali della presidenza del Consiglio) dopo un servizio de Le Iene in cui si accusava l'ente di aver finanziato un'associazione Lgbt che promuoveva la prostituzione maschile.

In prima linea contro la nomina di Spano c'è l'associazione Pro Vita e Famiglia, che aveva avviato già negli scorsi giorni una raccolta firme contro la scelta dell'ex segretario generale del Maxxi - dove Spano e Giuli si sono conosciuti - come vice capo di gabinetto. «La promozione di Francesco Spano a Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura è un'indecenza politica che tradisce il patto di governo tra la maggioranza di governo e gli elettori», scrive in una nota Jacopo Coghe, portavoce dell'associazione Pro Vita. Mentre per Vittorio Sgarbi si tratta di «una nomina stravagante», ma dipende dal «rapporto di fiducia» tra Spano e Giuli.

Secondo i Pro-Life, la scelta del nuovo capo di gabinetto è inopportuna anche perché sarebbe stato consulente del Pd sotto i governi Renzi e Gentiloni. Ma Giuli tira dritto. «Spano è bravo, non importa cosa faccia nella vita privata.

Non mi confronto con chi ha pregiudizi fondati su fanatismi religiosi», ha già fatto sapere negli scorsi giorni il ministro, quando già infuriava la polemica per la nomina di Spano come vice capo di gabinetto al Ministero della Cultura.

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