"Servono misure più efficaci". E Meloni rinvia di tre giorni il Cdm sul caro bollette

Il premier si è detto insoddisfatto della bozza predisposta per affrontare il caro energia, pertanto ha spostato il Consiglio dei ministri per dare più tempo ai tecnici

"Servono misure più efficaci". E Meloni rinvia di tre giorni il Cdm sul caro bollette
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Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rinviato il Consiglio dei ministri in programma per domani perché, secondo quanto si apprende, ha ritenuto "non soddisfacente" la bozza predisposta dalle amministrazioni per affrontare il caro energia. Per tale ragione ha concesso ulteriori tre giorni ai tecnici del Mef e del ministero dell'Ambiente per approfondire i punti secondo lei lacunosi e riconvocato il vertice di governo il prossimo venerdì 28 febbraio. L'obiettivo di questo spostamento è quello di fornire ai cittadini, alle famiglie e alle imprese, risposte più efficaci, prestando maggiori attenzioni verso i soggetti più vulnerabili. Verso questi ultimi è allo studio, tra le altre misure, l'ampliamento fino a 15 mila euro di Isee per il bacino di utenza del bonus sociale per disagio economico.

Nonostante le proteste del centrosinistra, che sono diventate una costante prevedibile per qualunque azione di governo, la decisione del presidente del Consiglio è stata accolta con un plauso da parte dell'associazione dei consumatori, che due giorni fa "aveva chiesto al governo misure più efficaci per risolvere realmente l’emergenza energia". Nel frattempo sono numerose le richieste di intervento. "Il decreto contro il caro bollette al quale sta lavorando il Governo dovrà prevedere un robusto intervento a favore della platea delle piccole imprese che sono le più penalizzate", afferma Cna. Anche questo tema, per le opposizioni, è diventato un terreno di scontro con il governo, impegnato su questo fronte e che si è dato ulteriori 3 giorni di tempo per arrivare a risultati ancora migliori.

Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, in una nota ha sottolineato che "chi oggi si lamenta del peso della bolletta, dovrebbe forse domandarsi se l'idea avuta e portata avanti con forza come Ministro del Governo Renzi di chiudere con dieci anni di anticipo le centrali a carbone non sia uno dei fautori della bolletta miliardaria italiana, anziché un affidabile portatore di soluzioni". Il riferimento è al leader di Azione, Carlo Calenda. Il pressing delle aziende continua sul governo, che sta lavorando su diversi fronti. Così come ha spiegato il ministro per l'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin nei giorni scorsi, infatti, il provvedimento ruota interno a diverse misure.

Allo studio c'è, tra le altre, un'operazione sugli oneri del gas e sull'anticipazione di quote legate all'emissione di inquinamento, le cosiddette aste Ets. Il costo sarebbe di circa 3 miliardi ma si sta valutando il perimetro di intervento.

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